Vietato l’accanimento terapeutico Il diritto di abbandonare le cure
Riconosciuta maggiore autonomia al medico curante: «Non ha obblighi professionali» Approvati alla Camera i primi emendamenti della legge sul testamento biologico Oggi il voto finale, favorevoli Pd e 5 Stelle Le novità
Vola verso l’approvazione la legge sul biotestamento. Oggi dovrebbe arrivare il via libera della Camera col sostegno di Pd, Si e M5S e il no di Lega, Forza Italia e Ap. Poi il passaggio cruciale in Senato. Con il sì ogni cittadino potrà disporre le volontà di fine vita.
Votati i primi due articoli sul consenso informato, cioè sul diritto della persona a ricevere informazioni riguardanti il trattamento sanitario ed eventualmente di rifiutarlo. Tra le novità introdotte dagli emendamenti al testo base, la maggiore autonomia del medico nell’attuare le richieste del malato: «Non ha obblighi professionali» è la formula usata per sottrarlo al ruolo di semplice esecutore di volontà altrui inizialmente indicate come vincolanti.
Non si parla di obiezione di coscienza. È implicita, ma non paragonabile in nessun modo a quella prevista dalla legge sull’interruzione volontaria di gravidanza. Viene chiarito che il medico «è esente da responsabilità civile o penale» fermo restando che l’assistito non può esigere cure contrarie alla deontologia professionale. Una forma di «obiezione mascherata che può creare un vulnus sull’impianto del provvedimento», attaccano però i 5 Stelle della Commissione affari sociali.
Già nelle sedute precedenti, circa due settimane fa, era passata la linea di equiparare a trattamenti sanitari anche nutrizione e idratazione artificiali, il punto più dibattuto politicamente. Dunque il malato potrà scegliere di rifiutarle, come potrebbe rifiutare la tracheotomia o il respiratore.
Segna una svolta l’articolo 1bis, formulato da Mario Marazziti (Pd), sulla dignità nella fase finale della vita. Viene esplicitamente espresso il divieto di accanimento terapeutico e di «ogni tipo di ostinazione irragionevole» nella cura in caso di malattia grave e inguaribile, con prognosi infausta a breve termine e in presenza di sofferenze refrattarie ai farmaci. Entra nella legge la sedazione palliativa profonda utilizzata per risparmiare al paziente dolori insopportabili e portarlo attraverso la somministrazione di farmaci verso uno stato di incoscienza. Significa che il medico sarà accanto al morente fino all’ultimo secondo anche di fronte al rifiuto di ricevere aiuto. Sì anche all’articolo 2 sul consenso informato di minori e incapaci, rappresentati da genitori e tutori.
«Vengono codificati l’umanizzazione del morire e l’accompagnamento nel fine vita — spiega Marazziti —. La convergenza trovata in Aula conferma che arriveremo a un testo equilibrato, frutto di un metodo costituente, l’unico possibile su un tema del genere». Respinto invece l’emendamento firmato da Gian Luigi Gigli (Des-Cd) e pensato per le cliniche religiose che prevedeva l’esonero per le strutture private dall’applicazione di regole in contrasto con la carta dei valori interna.
«Legge ipocrita, apre a eutanasia e suicidio assistito», accusa Mara Carfagna, Forza Italia. Il centrodestra denuncia a più voci questo doppio rischio. La parola eutanasia, però, non compare mai nel testo della legge, nata per mettere sullo stesso piano le due libertà in gioco, quella del medico e quella del paziente.
Per l’associazione cattolica «Scienza e Vita» è la porta d’entrata dell’abbandono terapeutico. «Un passo avanti, va bene», ribatte Filomena Gallo, associazione Luca Coscioni. Oggi si vota l’articolo più critico sulle Dat (disposizioni anticipate di trattamento) che garantirebbero a ogni cittadino di esprimere per iscritto le proprie volontà sul fine vita, da rispettare nel caso un domani non fossero in grado di esprimerle direttamente.