«Mina Welby e Cappato istigarono al suicidio»
La procura di Massa ha indagato Marco Cappato e Mina Welby per il reato d’istigazione al suicidio dopo la morte, avvenuta il 13 aprile in Svizzera, di Davide Trentini, il 53enne toscano affetto da anni da sclerosi multipla. L’ha annunciato ieri lo stesso procuratore Aldo Giubilaro. Il provvedimento è scattato dopo l’autodenuncia di Cappato e Welby. «Per ora gli indagati sono due ma le indagini continuano e le persone sospettate potrebbero aumentare ma anche diminuire se non si trovassero i riscontri». Nei prossimi giorni potrebbe essere ascoltata proprio la madre di Trentini: fu lei a scrivere la prima email a Cappato cercando aiuto per il figlio, che aveva chiesto di morire dopo anni di indicibili sofferenze. Il magistrato ha anche spiegato che il suo ufficio è stato obbligato a trattare la morte di Trentini come una vicenda giudiziaria. «Ma non ci sarà nessuna valutazione religiosa, politica o morale, nessuna opera innovativa — ha sottolineato Giubilaro —. Ci atterremo, come vuole la legge, a quanto disposto dall’articolo 580 del Codice penale». Per il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni è il secondo avviso di garanzia dopo quello ricevuto dalla Procura di Milano per la morte del dj Fabo. «Pare che ora io sia indagato anche dalla Procura di Massa, insieme a Mina Welby. Giusto», ha commentato Cappato su Twitter.