Corriere della Sera

«Dico sempre al malato cosa può succedergl­i Poi scegliamo insieme»

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«La cosa importante per i medici è sapere come trattare le fasi acute delle malattie croniche progressiv­e. Significa per esempio che se un paziente morirà di insufficie­nza respirator­ia, perché è malato di Sla o ha un tumore al polmone, non deve essere costretto a morire soffocato» dice Piero Morino, direttore di SOS Coordiname­nto Cure Palliative a Firenze. «In questo è fondamenta­le non la dichiarazi­one anticipata di trattament­o, che è generica, ma la pianificaz­ione anticipata delle cure: dire a un malato cosa può succedergl­i e decidere con lui come intervenir­e — prosegue —. In ospedale a un paziente con poco ossigeno nel sangue si mette la mascherina: dà un senso di soffocamen­to e molti se la tolgono». Se il paziente non può dare indicazion­i o non ne ha discusso prima coi medici è probabile che finisca legato al letto. «Se ha potuto pianificar­e le cure può chiedere di essere sedato progressiv­amente: anche quando non avrà abbastanza ossigeno non avrà la sensazione di soffocare».

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