Scontro su Report, Renzi attacca Fico: se chiude basta pagare il canone
Maggioni: nessuno pensa di sospenderlo. L’ex premier: sì alla scienza, no agli stregoni
Non si placa la polemica sulla puntata di Report dedicata al vaccino contro il Papilloma virus. Anzi, ieri il Movimento 5 Stelle, che dal primo momento ha difeso la trasmissione di Rai 3, ha alzato il tiro: «Se sospendono il programma, gli italiani sospendano il pagamento del canone», ha scritto infatti il presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico sul blog di Beppe Grillo. Aggiungendo: «Siamo pronti ad andare sotto viale Mazzini con un vero presidio, se la Rai chiude Report. Sarebbe un atto eversivo inaccettabile».
Al suo fianco si schiera subito il deputato Alessandro Di Battista. E i parlamentari del M5S della commissione Vigilanza parlano di una «selvaggia aggressione politica» che «nasconde il progetto di avere una Rai che non fa informazione indipendente»; e invitano a «impedire l’editto bulgaro del duo Renzi-Anzaldi contro la trasmissione». Ma è proprio Michele Anzaldi, di lì a poco, a ricordare che l’«unico a proporre la chiusura di Report è stato Grillo nel 2013, per una puntata che chiedeva dove finissero i soldi incassati dal blog di Grillo». E, a prova, posta un video con il leader del M5S che dice: «Con i giornalisti faremo i conti, con i Floris e le Gabanelli...».
Inoltre, stando alle affermazioni della presidente della Rai Monica Maggioni, «nessuno ha mai pensato di chiudere Report. Non è passato per la testa di nessuno. Il problema non è chiudere o meno un programma, è giusto chiedersi piuttosto se sia stato fatto quanto serviva per garantire un buon prodotto informativo. Bisogna rendersi conto che Anzaldi posta un video di Grillo del 2013: era lui l’unico che voleva eliminare il programma il servizio pubblico ha un effetto dirompente».
Perché il tema della puntata in questione, come tutti quelli che riguardano la salute, è delicato e il rischio di spaventare l’opinione pubblica può avere conseguenze deleterie. Così continuano ad arrivare forti critiche al programma anche dalla comunità scientifica.
«Non è lecito avanzare dubbi sulla sicurezza e sull’efficacia dei vaccini — dice Piergiuseppe Pelicci, direttore della Ricerca dello Ieo (Istituto europeo di oncologia) —. Non bisogna generare disinformazione». Anche i ginecologi delle società scientifiche Sigo, Aogoi e Agui esprimono «rincrescimento per i contenuti della trasmissione». Mentre la Società italiana di medicina del lavoro accusa la puntata di «alimentare ulteriore confusione sul tema delle vaccinazioni raccomandate, fondamentali strumenti di prevenzione». E i medici di famiglia riuniti nella Simg accusano
La polemica