«Sui fondi dati dall’Unione la Puglia non è rimasta ferma al palo»
Caro direttore, la corretta programmazione e il rapido utilizzo delle risorse europee rappresentano il principale volano di sviluppo del Paese e del Mezzogiorno. I programmi comunitari 2014-2020 in Italia sono in esecuzione, come dimostrato dal livello di procedure avviate, in termini finanziari pari a circa il 35% del totale. Il dato pugliese è addirittura sopra la media nazionale, gli interventi selezionati risultano pari a 2,4 miliardi di euro, con un trend che ci fa sperare di toccare quota 3 miliardi entro la prossima estate. Con riferimento alla sola politica industriale regionale, i cui avvisi pubblici sono stati pubblicati nel 2015 con la procedura a sportello (avvisi sempre aperti e a disposizione degli imprenditori), risultano ad oggi oltre 3.400 imprese che hanno presentato progetti di investimento, per un ammontare di oltre 1,8 miliardi di euro (non inclusi nei 2,4 miliardi suindicati) che richiedono già un contributo pubblico da rendicontare a Bruxelles pari a circa 650 milioni di euro. Non è vero che la spesa pubblica pugliese relativa al Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (Feasr) sia pari a zero. Dai dati della Rete rurale nazionale e del Mipaaf si desume che la Puglia ha già speso oltre 82 milioni di euro, il 5% del plafond assegnato. Non siamo ancora a metà strada, il termine per la rendicontazione della spesa per il piano 2104-2020 è fissato in tutta Europa a dicembre 2023. I dati nazionali ai quali il suo articolo fa riferimento, riguardano rendicontazioni volontarie da parte di alcuni Programmi, atteso che la prima scadenza obbligatoria per tutti, programmi nazionali e regionali, in cui dimostrare la capacità di utilizzo e di spesa dei fondi è fissata al 31 dicembre 2018. La chiusura della programmazione 2007-2013 ha dimostrato che la Puglia si è collocata ai vertici assoluti della classifica relativa alla spesa di Fondi comunitari, certificando nel marzo scorso il 110% della dotazione finanziaria complessiva, ovvero quasi 4,3 miliardi di euro rispetto ai 3,8 miliardi di euro previsti (con un surplus di spesa di circa 440 milioni).