Corriere della Sera

L’Agcom: Vivendi, situazione illegale La lite su Premium pesa su Mediaset

Pier Silvio Berlusconi: francesi miopi, ritorno all’utile quest’anno. Nel 2016 rosso di 294,5 milioni

- Paola Pica

«Guardiamo avanti: siamo in anticipo sul piano industrial­e, torneremo all’utile già quest’anno». Pier Silvio Berlusconi cerca di lasciarsi alle spalle l’anno più nero di Mediaset che paga il conto delle «infrazioni» del socio francese Vivendi con una maxi perdita netta di 294,5 milioni. «Senza la vicenda delle violazioni contrattua­li di Vivendi, che ha prodotto un impatto negativo di 341,3 milioni, avremmo chiuso il 2016 in pareggio» spiega l’amministra­tore delegato al termine del consiglio di amministra­zione che a Cologno Monzese ha preso atto anche della crescita dei ricavi a 3,66 miliardi nel 2016 ( da 3,52), dato che interessa entrambe le aree geografich­e di riferiment­o, Italia e Spagna.Il mancato rispetto da parte del gruppo d’Oltralpe che fa capo a Vincent Bolloré del contratto d’acquisto di Premium, la controllat­a nella pay tv, si è tradotto sul conto economico di Mediaset in oneri straordina­ri e svalutazio­ni per 269,3 milioni, cifra alla quale si aggiungono 72 milioni dovuti allo stallo operativo subito da aprile a ottobre. Il «rosso» di bilancio è il peggiore di sempre per le tv della Fininvest, superando i 287 milioni del 2012, l’anno delle grandi svalutazio­ni. Mentre tra il 2013 e il 2015 il saldo è stato sempre positivo.

«I francesi, pensando agli interessi di Telecom, si sono mossi in maniera miope», osserva ancora Berlusconi secondo il quale la società telefonica della quale la Vivendi di Bolloré è oggi il primo socio con quasi il 24% «ha bisogno di contenuti ed è rimasta notevolmen­te indietro rispetto alle

concorrent­i». Il riferiment­o è al verdetto dell’Agcom arrivato nella tarda serata di mercoledì. Uno stop alla campagna d’Italia della stessa Vivendi che, in base alla legge Gasparri deve scegliere tra Telecom e Mediaset, della quale è azionista con il 28,8% (29,9% dei diritti di voto).

Così il presidente Angelo Marcello Cardani argomenta in un’audizione in Senato la delibera del consiglio dell’Authority: «Abbiamo detto che Vivendi entro un anno deve tornare indietro rispetto alla situazione che ha costruito e che a nostro parere è illegale: c’è il Tar e tutta una serie di sedi di appello, ma al momento la decisione spetta a noi». Con il pronunciam­ento dell’Agcom, dice ancora Pier Silvio Berlusconi «è stata accertata una violazione. Sta a Vivendi ora risolvere la situazione.Come è noto, per noi la soluzione sarebbe rispetto dell’accordo e risarcimen­to dei danni». La richiesta è di circa due miliardi, circa 1,5 per

Mediaset e 500 milioni per Fininvest e «se Bolloré mi chiamasse rispondere­i per cortesia», conclude Berlusconi ricordando l’incontro dello scorso dicembre con l’amministra­tore delegato di Vivendi Arnaud de Puyfontain­e al quale sono stati ricordati ancora una volta i termini dell’accordo.

In Piazza Affari Mediaset grazie a un’ondata di acquisti giunti nelle ultime battute ha chiuso in rialzo dell’1,6% a 3,5 euro una seduta passata per lo più in deciso calo. Anche Telecom ha chiuso in terreno positivo (+1,4%) in attesa di sviluppi e dell’assemblea del 4 maggio. Agli investitor­i internazio­nali, i consulenti Iss e Glass consiglian­o di votare contro la politica di remunerazi­one proposta dal consiglio di amministra­zione di Telecom, ritenendo il compenso dell’amministra­tore delegato Flavio Cattaneo troppo altro, e di astenersi sulla lista Vivendi.

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Pier Silvio Berlusconi
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Vincent Bolloré

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