Per Bolloré si prepara l’assedio in assemblea
La decisione di ridurre il peso dei consiglieri indipendenti e il ruolo dei fondi
Il finanziere bretone progetta di riorganizzare il consiglio di sorveglianza riducendo il ruolo degli amministratori indipendenti dal 71 al 33 per cento. Già a inizio marzo Vivendi aveva annunciato la decisione di non rimpiazzare i tre amministratori indipendente arrivati a scadenza di mandato, rafforzando così il potere di controllo di Bolloré. ISS contesta questa scelta e la nomina di tre altri candidati al consiglio tra i quali il figlio del presidente, Yannick Bolloré, oggi alla guida di Havas.
La stessa società di consulenza raccomanda poi agli azionisti di non approvare le remunerazioni ai dirigenti pagate nel 2016: quella del presidente Arnaud de Puyfontaine aumentata del 10% a 3,7 milioni di euro lordi, del direttore finanziario Hervé Philippe cresciuta del 28% fino a 2,6 milioni, e del direttore operativo Stéphane Roussel aumentata del 40% fino a 2,8 milioni di euro. La retribuzione di Bolloré come presidente del consiglio di sorveglianza è rimasta invariata a 400 mila euro.
In passato la leadership di Bolloré era stata già contestata dal fondo americano PSAM, che aveva poi ritirato la sua opposizione.
La contestazione sembra destinata ad aprire i giochi soprattutto quanto all’assemblea generale di Telecom Italia, prevista per il 4 maggio. Vivendi detiene il 24% di Telecom
Il 4 maggio la riunione dei soci Telecom e l’orientamento verso la designazione di De Puyfontaine alla presidenza
Italia e sembra propendere per affidare la presidenza allo stesso Arnaud de Puyfontaine presidente di Vivendi. Bolloré mette poi i cima alla lista dei nomi da fare eleggere nel consiglio di amministrazione di Telecom Italia anche Hervé Philippe e il segretario generale Frédéric Crépin. Per dare un segnale di continuità sarebbero mantenuti Giuseppe Recchi e Flavio Cattaneo, e rientrerebbe in Telecom Franco Bernabè che ne era uscito nel 2013.
ISS e Glass Lewis invece raccomandano agli azionisti di sostenere i candidati presentati dall’associazione di fondi Assogestioni, che secondo ISS «appaiono più in grado di difendere gli interessi di lungo termine degli azionisti minoritari e di assicurare un controllo indipendente dell’operato della direzione».