Panico sugli Champs-Elysées Ucciso agente, l’Isis rivendica Hollande: vi proteggeremo
Colpo al cuore della capitale francese Le forze dell’ordine nel mirino Il presidente: «È terrorismo» L’attentatore armato di kalashnikov, feriti due poliziotti e una turista Quartiere blindato, evacuata «l’avenue più bella del mondo»
PARIGI Gli Champs-Elysées sono affollati come al solito ieri sera: negozi e ristoranti aperti, cinema, molti turisti e parigini che passeggiano su quella che i francesi amano chiamare «l’avenue più bella del mondo». Trecentomila persone la frequentano ogni giorno, è il perfetto bersaglio per un attacco terroristico, le autorità lo sanno e decine di agenti e soldati la pattugliano da mesi. Se c’è un luogo dove ci si aspettava un attacco, era questo.
Eppure intorno alle 21 una vecchia Audi 80 grigia si ferma dietro a un furgone della polizia parcheggiato al 102, avenue des Champs-Elysées, vicino al grande magazzino Marks & Spencer, davanti a Zara. Alcuni agenti sono dentro al furgone, altri poliziotti armati camminano sul marciapiede. Un uomo armato di kalashnikov scende dall’auto e spara immediatamente, da pochi metri, contro il furgone. Uccide un agente e ne ferisce gravemente altri due. Poi si mette a correre e spara in direzione dei poliziotti sul marciapiede, che reagiscono con prontezza e riescono a ucciderlo. Una turista rimane ferita al ginocchio.
In pochi secondi si è verificato l’attentato che molti temevano, a tre giorni dal primo turno di un’elezione presidenziale cruciale per il futuro della Francia e dell’Europa.
«Abbiamo visto il poliziotto crollare a terra — dice un testimone — allora siamo scappati e ci siamo nascosti nel negozio
L’Audi e il furgone Il killer è sceso da un’Audi 80 e ha sparato contro un furgone della polizia
di occhiali Alain Afflelou, poi gli agenti sono venuti a prenderci. Quell’uomo avrebbe potuto sparare contro di noi, passanti, che eravamo sul marciapiede, invece ha scelto di mirare contro i poliziotti».
Gli agenti hanno evitato un massacro diventando — come a Orly, come al Louvre — i bersagli prescelti, attirando su di sè stavolta non i coltelli ma le pallottole.
Molti turisti e parigini si sono messi a correre cercando di lasciare gli Champs-Elysées scappando verso rue de Berri. Altri sono rimasti chiusi nei negozi e nei ristoranti fino a notte fonda in attesa di essere evacuati. Un elicottero sorvola la zona, decine di mezzi delle forze speciali si piazzano in mezzo alla parte alta degli Champs-Elysées e i tiratori scelti si appostano sui tetti. Circola la voce di una seconda sparatoria e della morte di un altro poliziotto, finché Pierre-Henry Brandet, portavoce del ministero dell’Interno, chiarisce: un solo agente ucciso, una sola sparatoria, un solo uomo in azione. Dopo pochi minuti la pista di una rapina a mano armata viene scartata, l’inchiesta viene affidata alla procura anti terrorismo e alle 23 e 20 il presidente della Repubblica, François Hollande, si rivolge alla Nazione confermando quel che sembra a tutti evidente: si tratta di un attentato terroristico.
« Ho convocato un consiglio di difesa domani mattina alle 8 — dice Hollande —. Saremo di una vigilanza assoluta in particolare rispetto al proces-
so elettorale. I miei pensieri vanno alla famiglia del poliziotto ucciso. Proteggeremo i cittadini, la Nazione offre solidarietà assoluta alle forze dell’ordine». Per l’ennesima volta, fino alla fine del suo mandato, a Hollande tocca parlare in tv dall’Eliseo, pochi minuti dopo un attentato.
A tarda notte la parte alta degli Champs-Elysées, verso l’Arco di Trionfo, è ancora bloccata al traffico e invasa dalle auto della polizia e dai blindati. François Fillon, candidato della destra, chiede di sospendere la campagna elettorale. Lo Stato islamico rivendica l’azione sul suo organo di propaganda Amaq e rende omaggio al « soldato caduto»: Abu Yousef al-Belgiki, «il belga». Un pregiudicato conosciuto dai servizi e schedato «S», cioè giudicato una «minaccia per la Sicurezza nazionale». Nella notte perquisito il suo appartamento alla periferia di Parigi, si cercano i complici.
Come a Orly, gli agenti hanno evitato un bilancio più grave diventando bersagli