Corriere della Sera

«Fuggi fuggi da tavoli e strade Abbiamo cercato riparo nei negozi»

- dalla nostra inviata a Parigi Elisabetta Rosaspina

«Piano piano, siamo riusciti a evacuare tutti i clienti dalle uscite secondarie. Adesso siamo rimasti soltanto noi, il personale»: sospira, finalmente sollevato, Laurent, uno dei gerenti del Caffè di Roma, al 35 degli Champs-Elysées. Ieri sera, alle 21, ha cercato innanzitut­to di mantenere il suo sangue freddo, dopo la raffica di spari che ha trasformat­o il marciapied­e, a poche decine di metri dal ristorante, in un far west. «Nella sala a pianterren­o — racconta al Corriere della Sera un’ora e mezza dopo l’accaduto — avevamo un’ottantina di clienti ai tavoli, tra i quali molti bambini, che abbiamo fatto salire al primo piano, perché speravano fosse un luogo più riparato. Pochi istanti dopo sono entrati di corsa i poliziotti che ci hanno ordinato di non lasciare uscire nessuno sul

viale». Tutti i bar, le gallerie commercial­i, i locali erano ancora aperti e affollati. In pochi minuti, la strada è stata svuotata, i passanti si sono infilati nei negozi, le saracinesc­he sono state abbassate in tutta fretta. «Ci hanno detto che un uomo armato si era barricato da Marks & Spencer, qui vicino, e che avrebbe potuto ricomincia­re a sparare — aggiunge Laurent —, la gente era davvero nel panico. Ma per fortuna il ristorante ha un paio di ingressi laterali e siamo riusciti a farli scappare».

In realtà, l’uomo era già stato neutralizz­ato, ma nei locali e nei negozi sembrava fosse iniziata un’altra notte da incubo, come quella del 13 novembre del 2015, quando, dalla sala concerto del Bataclan allo Stade de France, da Saint-Denis alle verande dei bistrot del 10° e 11° arrondisse­ment, i terroristi avevano insanguina­to per ore le strade di Parigi. Ieri sera sugli Champs-Elysées si temeva che potesse esserci un’autobomba pronta a esplodere. Elodie, che era seduta all’aperto, sulla terrazza di un caffè, riferisce ancora stordita ai microfoni di BfmTv di aver sentito gli spari e di non aver avuto dubbi su quanto stesse accadendo: «Ho visto le

«Sembravano petardi, invece in pochi attimi si è scatenato l’inferno: gente che urlava e piangeva, correndo in tutte le direzioni»

persone buttarsi per terra o correre verso l’avenue George V. Il gestore ci ha fatto entrare immediatam­ente e lì siamo rimasti fino a quando le forze dell’ordine non hanno messo in sicurezza la strada».

«Sembravano petardi — è invece ancora incredula Inés, commessa in un negozio di vestiti sugli Champs-Elysées, a un isolato di distanza dal luogo della sparatoria —. Una serie di petardi in lontananza. Ma in pochi attimi si è scatenato l’inferno: gente che urlava e piangeva, correndo in tutte le direzioni. Cinque minuti dopo c’erano poliziotti ovunque, anche in borghese. Il viale si è riempito di gente armata e un elicottero girava sulle nostre teste. C’era un uomo a terra».

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