Corriere della Sera

«Le carte dell’Italia? Riaprire la partita nel Mediterran­eo»

Kupchan: arrivate per primi, il presidente vi ascolta

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Donald Trump riceve il premier Paolo Gentiloni al suo arrivo alla Casa Bianca. Ieri si è svolto il primo incontro tra i due leader, che hanno tenuto una conferenza stampa congiunta (Ap) impegnate nel controllo delle migrazioni e Obama appoggiava anche gli sforzi di mediazione tra le fazioni libiche. Ora Trump ha la possibilit­à di scegliere tra queste iniziative e fare un passo avanti».

Se ne tornerà a parlare nel vertice del G7 a Taormina, il 26 e il 27 maggio…

«Esatto. L’Italia ha l’agenda in mano ed è chiaro che Gentiloni è venuto a Washington per discuterne con Trump. Poi certo, il presidente americano sicurament­e gli avrà chiesto di aumentare le spese militari, avvicinand­osi all’obiettivo del 2%. La pressione Usa sarà forte, perché se Trump vuole recuperare risorse deve concentrar­si sui Paesi più grandi dell’alleanza. Ma in questa fase l’Italia ha anche un’altra grande occasione: quella di convincere Trump a sostenere il progetto europeo».

L’incontro con Gentiloni potrebbe spingere Trump a recuperare le politiche di Barack Obama su Libia e immigrazio­ne e andare oltre

Le prime uscite del leader americano non sono state incoraggia­nti. È vero che qualcosa è cambiato tra i consiglier­i: gli euroscetti­ci, come Steve Bannon, hanno perso terreno…

«Ed è questo il varco che si è aperto. Sulla Casa Bianca sta aumentando l’influenza del consiglier­e per la sicurezza McMaster, del segretario di Stato Rex Tillerson, del segretario alla Difesa James Mattis. Questo è un gruppo che considera fondamenta­le l’alleanza con l’Europa. E con l’uscita del Regno Unito dall’Ue, cresce l’importanza strategica dell’Italia. Se devo dare un consiglio non richiesto a Gentiloni, direi proprio questo: insistere e insistere sull’Europa».

L’altra variabile è il rapporto con la Russia. L’Italia può mediare tra Mosca e Washington?

«Non mi sembra il momento. Trump è chiarament­e in una fase di riflusso, dopo l’entusiasmo iniziale. E ho l’impression­e che l’amministra­zione non abbia ancora le idee chiare su che cosa fare con l’Ucraina e le sanzioni applicate alla Russia, dopo l’annessione della Crimea. Senza contare il duro confronto con Mosca innescato dalla crisi siriana. Non mi aspetto a breve un’iniziativa di Trump per avvicinare Putin. Vediamo. Di sicuro anche questo sarà un tema importante nel prossimo G7».

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