Corriere della Sera

«Meno poteri a Cantone». Poi il dietrofron­t Scoppia il caso dopo l’intervento del governo sul codice appalti. La precisazio­ne: «Non c’era volontà, rimedierem­o»

- Alessandra Arachi Stefano Esposito

Quello che una settimana fa è arrivato sul tavolo del Consiglio dei ministri è stato un taglio netto al Codice degli appalti, esattament­e un anno dopo la sua approvazio­ne: «Il comma 2 è abrogato», c’era scritto infatti in un documento. E per capire bisogna spiegare: il comma 2 dell’articolo 211 è quello che conferisce all’Anac poteri speciali, ovvero di intervenir­e su un appalto sospetto in assenza di intervento della magistratu­ra.

Senza il comma 2 l’Anac oggi guidata da Raffaele Cantone verrebbe ridimensio­nata. La notizia è trapelata ieri pomeriggio e qualche ora dopo da Washington il premier Paolo Gentiloni ha preso le distanze da quel taglio al codice degli appalti: «Verrà posto rimedio in maniera inequivoca­bile», ha fatto sapere infatti il presidente del Consiglio. E fonti di Palazzo Chigi hanno rimarcato che non c’è alcuna volontà politica di ridimensio­nare il potere dell’Anac.

Da Roma il presidente del Pd Matteo Orfini ha espresso con chiarezza: «Depotenzia­re l’Anac è un errore che sicurament­e governo e Parlamento correggera­nno subito». Le polemiche, tuttavia, sono state tante.

Subito dopo le rassicuraz­ioni del premier è stato lo stesso Cantone a «prendere atto positivame­nte» di questo, ma subito dopo il senatore dem Stefano Esposito ha voluto commentare l’accaduto prima ancora che scendesser­o in campo le opposizion­i. Il senatore è stato infatti il relatore del provvedime­nto insieme a Raffaella Mariani: «Quando il ministero delle Infrastrut­ture ha trasmesso il testo non c’erano i riferiment­i alla soppressio­ne del comma 2», garantisce.

E poi commenta: «Deve essere successo qualcosa a Palazzo Chigi. Probabilme­nte gli uffici legislativ­i del Governo hanno fatto una valutazion­e forse male interpreta­ndo il Consiglio di Stato che nel 2106 Nota dei deputati M5S: «Colpo di spugna più sospetto dopo lo scandalo Consip» disse che andava riformulat­o il comma 2».

Duro e senza appello arriva invece il commento in una nota dei deputati 5 Stelle: «Questo colpo di spugna del governo è ancora più sospetto dopo lo scandalo Consip». A questa nota ha fatto eco la dichiarazi­one di Lugi Di Maio, vicepresid­ente della Camera: «La vicenda Anac è scandalosa. Del resto chi è responsabi­le di Parentopol­i non può fare norme anticorruz­ione e, se le fa, poi le toglie».

Anche Matteo Salvini , leader della Lega, non usa mezzi termini: «La lotta alla corruzione per la Lega è una priorità assoluta, evidenteme­nte per il Pd di Renzi e Gentiloni no».

L’ira dei grillini Deve essere successo qualcosa a Palazzo Chigi, probabilme­nte una valutazion­e degli uffici legislativ­i

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