Sì alle dimissioni di Minzolini, vota anche il Pd
Contrari Forza Italia, verdiniani e Ap. Lui: esco a testa alta. Il Senato respinge la quinta richiesta dell’ex M5S Vacciano
Dopo un anno di tira e molla, la disciplina di partito ha portato il Senato (pur nel segreto dell’urna) ad accogliere le dimissioni da parlamentare di Augusto Minzolini (Forza Italia) già salvato dalla decadenza il 16 marzo dopo una condanna per peculato a 2 anni e 6 mesi. Hanno votato a favore Pd, Mdp, M5S, Sinistra italiana e Lega mentre Forza Italia, Ala, Ap hanno espresso voto contrario: 142 favorevoli alle dimissioni, 105 contrari e un astenuto. Invece, il Senato ha respinto per la quinta volta le dimissioni di Giuseppe Vacciano (ex grillino passato al Misto) che si trova nella singolare condizione di ostaggio in Parlamento nonostante da due anni chieda di tornare a fare l’impiegato della Banca d’Italia.
I due casi sono diversi. Vacciano insiste nel volersi dimettere perché ha rotto con Grillo: «Devo pensare che FI e Pd facciano blocco contro le mie dimissioni». Invece Minzolini, già direttore del Tg1, ha inviato la lettera di dimissioni al presidente Pietro Grasso dopo la clamorosa votazione del 16 marzo quando una maggioranza trasversale, compresi 19 senatori del Pd, lo salvò dalla decadenza (prevista dalla legge Severino) nonostante la condanna per un uso non corretto della carta di credito aziendale della Rai. Quello scrutinio di un mese fa fu palese e infatti Minzolini prima che si procedesse al voto sulle sue dimissioni ha ringraziato «anche i senatori del Pd che hanno manifestato dubbi» sulla sua vicenda processuale. La «partita contro i giustizialisti — ha aggiunto il giornalista — l’abbiamo già vinta».
Carlo Sibilia (M5S) ha rivendicato come una vittoria del Movimento l’uscita di Minzolini dal Senato. La Lega, con Stefano Candiani, si è schierata sulla stessa linea: «Speriamo che questa vicenda sia chiusa». Luigi Zanda, capogruppo del Pd, ha detto che il regolamento del Senato andrebbe cambiato permettendo il voto palese anche sulle dimissioni dei senatori annunciando comunque il voto favorevole dei dem. Contrari alle dimissioni anche Gaetano Quagliariello (Idea) e Nico D’Ascola, che ha parlato per il gruppo di Ap. Minzolini ora torna a fare il giornalista: «Mi sono divertito, è stata una esperienza e, per coerenza, mi sono dimesso anche se non ero costretto a farlo. Esco a testa alta. Dico solo che con queste accuse a un cittadino comune non avrebbero fatto neanche il processo. Con la Severino neanche Pietro Nenni sarebbe potuto entrare nella Costituente...». In Aula, Minzolini ha anche detto che la sua «posizione ricorda, mi sia concesso il paragone, il Gran sacerdote del Tempio, Caifa, che chiedeva la morte di Cristo: “Così dice la legge”». Ora l’ex senatore verrà affidato ai servizi sociali per un percorso alternativo al carcere: lavorerà in un centro anziani di Sant’Egidio. Al suo posto subentra Roberto Cassinelli.