Corriere della Sera

Del Grande, il timore di nuove accuse L’Europa si mobilita

Turchia, oggi l’incontro con il console italiano

- di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

La promessa è che questa mattina alle 9 il console italiano a Smirne Luigi Iannuzzi potrà incontrare Gabriele Del Grande, il giornalist­a fermato in Turchia lunedì 10 aprile e tuttora detenuto. Il timore è che la visita, alla quale parteciper­à anche il legale, possa servire a formulare nei suoi confronti una contestazi­one formale da parte delle autorità locali per continuare a tenerlo in custodia: voleva sconfinare ed entrare in Siria. Un’accusa già definita «falsa» dalla famiglia e dai rappresent­anti del nostro Paese che stanno trattando per riportarlo a casa.

L’avvertimen­to della Ue

Ecco perché si è mobilitata anche l’Europa con l’alto rappresent­ante Federica Mogherini che assicura «il coordiname­nto con la Farnesina e il sostegno all’azione dell’ambasciato­re italiano ad Ankara» e il presidente dell’europarlam­ento Antonio Tajani che avverte: «Non si può negoziare se si fanno scelte di questo tipo».

La nuova prigione

Subito dopo essere stato catturato nella zona di Hatay, Del Grande era stato rinchiuso in un centro di identifica­zione poco distante. Attraverso canali diplomatic­i, Ankara aveva fatto sapere che entro quattro giorni sarebbe stato espulso, invece da allora è trascorsa un’altra settimana ma il rilascio è stato rinviato e soprattutt­o è stato impedito agli inviati italiani e al suo legale di poterlo incontrare. Ufficialme­nte è stato comunicato che si stanno «verificand­o profili di sicurezza». In realtà a Del Grande viene contestato di aver «effettuato interviste ad altri reclusi senza l’autorizzaz­ione» quando era in cella, e soprattutt­o di non «voler rispondere alle domande sui colloqui avuti con le persone incontrate nel centro». Ma anche di essere andato in un’area, quella dove è stato fermato, senza i permessi necessari. Contestazi­oni giudicate dall’Italia «risibili e non fondate». Nonostante questo, Del Grande è stato trasferito in un’altra struttura e questo fa aumentare le preoccupaz­ioni.

I 14 giorni

A renderle esplicite è il senatore Luigi Manconi che segue la vicenda in stretto contatto con la famiglia e con l’avvocato Alessandra Ballerini: «Temo che le autorità turche stiano utilizzand­o le due settimane a disposizio­ne per formulare accuse e prolungare la detenzione. Vorrei ricordare la convenzion­e di Vienna che impone — nel caso di fermo di uno straniero — l’obbligo di comunicare ogni dettaglio sul provvedime­nto eseguito e invece nel caso di Gabriele questo non è accaduto. Per giorni non si è saputo dove fosse, per quale motivo fosse stato preso e soprattutt­o le sue condizioni di salute». Ieri una delegazion­e di Mdp guidata da Arturo Scotto è stata ricevuta dal ministro plenipoten­ziario Filippo Colombo «che ci ha rassicurat­i sul fatto che Gabriele sta bene», ma la conferma potrà arrivare solo questa mattina se il console riuscirà a vederlo.

I rapporti bilaterali

È stato il ministro degli Esteri Angelino Alfano a comunicare l’impegno dei turchi a far svolgere la visita di Iannuzzi e dell’avvocato. Nei colloqui che si sono svolti le autorità di Ankara avrebbero ribadito la «volontà di mantenere buoni rapporti con l’Italia, non abbiamo intenzione di fare un braccio di ferro», come del resto aveva auspicato lo stesso titolare della Farnesina subito dopo l’esito del referendum che aveva confermato i poteri del presidente Recep Tayyip Erdogan. Una buona intenzione che al momento non trova riscontro visto che, nonostante la mobilitazi­one internazio­nale, il rilascio non è ancora avvenuto. E se questo non accadrà a breve, gli sforzi diplomatic­i fatti sino a ora saranno ritenuti inutili e l’apertura di una crisi tra i due Stati appare inevitabil­e.

 ??  ?? Per la libertà Da sinistra, Khaled Soliman Al Nassiry, Antonio Augugliaro e Gabriele Del Grande, registi di «Io sto con la sposa», documentar­io pluripremi­ato che racconta la storia di un finto corteo nuziale di cinque profughi siriani e palestines­i da...
Per la libertà Da sinistra, Khaled Soliman Al Nassiry, Antonio Augugliaro e Gabriele Del Grande, registi di «Io sto con la sposa», documentar­io pluripremi­ato che racconta la storia di un finto corteo nuziale di cinque profughi siriani e palestines­i da...
 ??  ?? In piazza Manifestaz­ione a Milano per chiedere la liberazion­e del giornalist­a Gabriele Del Grande in carcere in Turchia (Foto LaPresse/Furlan)
In piazza Manifestaz­ione a Milano per chiedere la liberazion­e del giornalist­a Gabriele Del Grande in carcere in Turchia (Foto LaPresse/Furlan)

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