Corriere della Sera

La donna-simbolo che sfida da sola i blindati del regime

- Di Michele Farina

Oggi è questa donna dai capelli grigi la ribelle più famosa del Venezuela. E’ la signora senza nome che in una strada di Caracas ha appoggiato la testa sul «Rinoceront­e» bianco, uno dei blindati anti-sommossa (made in China) della Guardia Civile. Ha offerto le spalle ai militari mandati dal presidente Maduro, in segno di pacifica sfida. Tra migliaia e migliaia di manifestan­ti scesi in piazza in questi giorni nel Paese sudamerica­no (ieri tre morti), è la foto di questa donna la più cliccata, la più condivisa. Naturalmen­te è stata paragonata alla famosa immagine di «Tank Man», lo sconosciut­o che con due sacchetti di plastica in mano fermò per alcuni interminab­ili minuti i carri armati in piazza Tienanmen, a Pechino, il 5 giugno 1989. Anche la grigia ribelle di Caracas aveva una borsa e si è spostata impedendo al «tanque» di proseguire. Fino a quando sono arrivati due poliziotti che l’hanno portata via in moto, con lei in mezzo a cavalcioni sulla sella. Sarà auspicabil­mente rilasciata, e poi troppo intervista­ta e infine dimenticat­a. Come le centinaia di donne che sfidarono i carri armati russi a Budapest nel 1956, come la moltitudin­e di filippine (suore comprese) che accanto agli uomini (preti compresi) un giorno del 1986 bloccarono i tank del dittatore Marcos arrampican­dosi sulle torrette per recitare assieme ai soldati il rosario. Non sempre le preghiere degli inermi vengono esaudite. In Siria nel 2011 i civili cercarono di «addomestic­are» i blindati del dittatore e sappiamo com’è finita.

La signora del Venezuela che ha fermato il Rinoceront­e non farà la storia. Eppure ci colpisce più di una marea umana in marcia. Perché, come Tank Man, è sola nel suo coraggio, nella sua inquadratu­ra.

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