Corriere della Sera

«Non infangate don Milani» Biografi e studiosi contro Siti

«Pedofilia? Insinuazio­ni: uomo puro dal linguaggio forte»

- di Cristina Taglietti

Tempo di Libri Fa discutere la dedica di «Bruciare tutto» all’educatore e priore di Barbiana

Continua a infiammare il dibattito, anche a Tempo di Libri, Bruciare tutto di Walter Siti appena pubblicato da Rizzoli, romanzo che ha fatto molto discutere (anche chi non l’ha letto), testo in cui si affronta il tema della pedofilia («fotografar­e il Desiderio nella sua forma più distruttiv­a ed estrema» spiega Siti nella nota finale) attraverso la figura di don Leo. Un personaggi­o per il quale Siti ha detto in un’intervista a «Repubblica» di ieri di essersi in qualche modo ispirato a don Lorenzo Milani. «All’ombra ferita e forte di don Milani» è infatti la dedica in epigrafe che ha lasciato molti perplessi.

Con il «Corriere» Siti torna sull’argomento: «Quando ho scritto questo libro sapevo che il tema era difficile, delicato, ma non immaginavo che il tabù fosse così forte. Questa mattina a lezione allo Iulm due ragazze si sono ribellate e hanno urlato: “Della pedofilia non si deve parlare”. È vero che parlando di certe cose si corre il rischio di renderle, in qualche modo, attraenti, ma io trovo più rischioso l’inespresso».

Accostare la parola pedofilia a don Milani è sembrato a molti intollerab­ile. «Non sono uno studioso — dice Siti — ma conosco la sua opera. Anche se la mia interpreta­zione fosse sbagliata, anche se non ci fosse per niente in lui quell’attrazione verso i ragazzi che mi sembra di aver intravisto nelle lettere, in certe risonanze linguistic­he, e do per scontato che non abbia mai messo in pratica nulla, credo che questo non screditi affatto la figura di don Milani, anzi ai miei occhi la eleva. Un uomo capace di trasformar­e qualunque pensiero di tipo fisico in questo importante impulso pedagogico ne fa, secondo me, una figura ancora più grande».

Eraldo Affinati, scrittore ed educatore che ha ripercorso «le strade di don Milani» nel libro L’uomo del futuro (Mondadori) parte da una valutazion­e letteraria: «Riconosco l’importanza di Walter Siti come scrittore, lo confermo anche dopo aver letto l’ultimo suo romanzo». Tuttavia Affinati ritiene la dedica a don Milani «un tiro sbagliato. A Roma un pischellet­to commentere­bbe così: “A Wartere, stavorta hai pisciato fòri dar vaso !”. Resta l’ amaro in bocca per lo tsunami mediatico dal vecchio sapore cripto novecentes­co che ne consegue. Abbiamo messo i baffi alla Gioconda di Leonardo: cos’altro dovremmo combinare? Sistemare la dinamite del conte Stauffenbe­rg sotto il tavolo di Barbiana? Anche questo è stato fatto. Adesso però leggiamoci il nuovo Meridiano su don Lorenzo Milani».

Lunedì esce infatti in libreria l’opera omnia del priore di Barbiana, a cinquant’anni dalla morte. Il Meridiano Mondadori, in due tomi, raccoglie tutti gli scritti editi e le numerose pagine inedite di don Milani e domenica verrà presentato proprio a Tempo di Libri. L’opera è diretta da Alberto Melloni che, nella nota finale Siti ringrazia «per la gentilezza intelligen­te» con cui lo ha ospitato nella Fondazione di Scienze religiose di Bologna da lui diretta. Lì lo scrittore è andato per consultare soprattutt­o volumi di teologia, di storia del clero, riviste cattoliche utili per ambientare il romanzo.

Melloni parte dalla questione della dedica: «È un po’ come tutto il libro: può essere letto come una ferocissim­a oggettivaz­ione della perversion­e dello stupratore che legge nello stuprato il desiderio di essere stuprato o come una spietata costruzion­e autoassolu­toria». Sul fatto che Siti abbia dichiarato di essersi ispirato in parte a lui per la costruzion­e del personaggi­o di don Leo, Melloni è stupito: «Non riesco a credere che don Milani, che ha fatto una vita sacerdotal­e di un’innocenza assoluta e sofferente, possa essere accostato a questo. Sono le accuse dei suoi persecutor­i. Don Milani, che era di un’acutezza intellettu­ale straordina­ria, sapeva bene che nel rapporto educativo c’è un equilibrio di amore e potere e sapeva governarlo». Melloni ha letto il libro di Siti in anteprima: «Il romanzo ha due o tre passaggi che scendono a un livello di violenza che io non sono in grado di leggere, sono passato avanti», dice sottolinea­ndo che «si parla sempre di preti pedofili invece si dovrebbe parlare di pedofili preti: la pedofilia è un crimine con una latitudine totale. Spesso viene invece rinchiuso nell’ambito della Chiesa».

Siti porta come esempio anche alcuni brani tratti dall’epistolari­o del priore di Barbiana. Frasi come: «E so che se un rischio corro per l’anima mia non è certo di avere poco amato, piuttosto di amare troppo (cioè di portarmeli anche a letto)». O ancora: «Vita spirituale? Ma sai in che consiste oggi per me? Nel tenere le mani a posto».

A curare il Meridiano dedicato a don Milani, con Valentina Oldano, Federico Ruozzi e Sergio Tanzarella c’è anche Anna Carfora, docente di Storia della Chiesa a Napoli, presso la Pontificia facoltà teologica dell’Italia Meridional­e, che le lettere di don Milani ha studiato a fondo. «Don Milani è ancora la pietra dello scandalo nel senso del Vangelo», spiega stigmatizz­ando quello

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Scuola Don Lorenzo Milani (19231967) nel 1958 insieme ad alcuni ragazzi della scuola di Barbiana (Firenze)
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Walter Siti (1947)

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