Ecco i dodici finalisti: dentro Laterza e Sem, fuori Marsilio Strega, crescono i grandi elettori 660 votanti per scegliere il vincitore
Una dozzina senza troppe sorprese e l’annuncio che la giuria del premio si allarga. Il percorso verso il vincitore della settantunesima edizione dello Strega — la prima dopo la scomparsa di Tullio De Mauro, che ne fu presidente, la prima con Mondadori e Rizzoli unificati — è proseguito ieri a Tempo di Libri.
Grandi editori, insieme a un gruppo di piccoli e medi, compongono la rosa dei dodici semifinalisti scelti dal Comitato direttivo, presieduto da Melania G. Mazzucco, e svelati durante la fiera milanese. Ci sono, in una lotta tutta interna al gruppo di Segrate, Teresa Ciabatti con La più amata (Mondadori) e Paolo Cognetti con Le otto montagne (Einaudi). Rizzoli invece, dopo la vittoria con Edoardo Albinati, si era sfilata, così come hanno rinunciato La Nave di Teseo e Feltrinelli (nonostante l’ipotesi Saviano). Il gruppo Gems è presente con È giusto obbedire alla notte di Matteo Nucci (Ponte alle Grazie), Giunti con Gin tonic a occhi chiusi di Marco Ferrante (mentre si era astenuta Bompiani, da poco nella casa fiorentina).
Nei dodici semifinalisti del premio, promosso da Fondazione Bellonci e Liquore Strega, entra la giovanissima Sem con Amici per paura di Ferruccio Parazzoli e ce la fa Laterza, alla sua prima volta, con La stanza profonda di Vanni Santoni. Dentro e/o con Le cento vite di Nemesio di Marco Rossari, Neri Pozza con La compagnia delle anime finte di Wanda Marasco, Manni con Un’educazione milanese di Alberto Rollo, direttore editoriale di Baldini & Castoldi, a sua volta tra i semifinalisti con Malaparte. Morte come me di Monaldi&Sorti. Completano la dozzina Chiara Marchelli con Le notti blu (Perrone) e Nicola (Einaudi) (Perrone) Ravera Rafele con Il senso della lotta (Fandango Libri).
Tra chi resta fuori c’è Marsilio, nonostante concorresse con due candidati: Silvana Grasso (Solo se c’è la Luna)e Giorgio Pressburger (Don Ponzio Capodoglio). «Nessuna amarezza, meglio così che entrare ed essere il dodicesimo — commenta Pressburger —. L’indirizzo del premio oggi è ai quarantenni, sia a livello di scrittori sia a livello di gusti del pubblico. Ma almeno per un attimo si è parlato di un libro credo ben riuscito. Non vuol dire che mi piaccia l’attuale indirizzo, (Giunti) (Sem) (Neri Pozza) (Baldini&Castoldi) (Ponte alle Grazie) (Fandango Libri) (Manni) (e/o) (Laterza) che mira più al mercato che alla letteratura, ma è comunque anche questo un modo di gestire i libri».
La prima votazione per la cinquina finalista si svolgerà in Casa Bellonci, sede della Fondazione, il 14 giugno. La seconda, con la proclamazione del Studiosi, traduttori e intellettuali selezionati da venti Istituti italiani di cultura vincitore, è fissata per il 6 luglio e tornerà nella storica sede del Ninfeo di Villa Giulia a Roma.
Gli aventi diritto al voto, però, diventeranno 660. «Quando nacque lo Strega — spiega il presidente del premio Giovanni Solimine — Maria Bellonci parlò di una giuria ampia e democratica. Noi vogliamo continuare con un’innovazione che rafforzi la tradizione, aumentando i votanti. I nostri secondi settant’anni cominciano da qui». Ecco allora che, a partire da questa edizione, ai tradizionali 400 Amici della Domenica e ai 40 lettori forti selezionati dalle librerie dell’Ali, si aggiungono 20 voti collettivi di scuole, università e biblioteche e 200 voti di studiosi, traduttori e intellettuali selezionati, 10 per ciascuno, da 20 Istituti italiani di cultura, tra cui Madrid, Los Angeles e Tokyo. «È un modo per rispondere a un’esigenza di internazionalizzazione e per capire come ci vedono da fuori» commenta Solimine, precisando, quanto alle biblioteche, che «per ora sono stati coinvolti 15 circoli di lettura di Roma, con l’obiettivo poi di allargarsi a Milano e all’Italia».
Il presidente sottolinea più volte che l’allargamento («circa mille alla fine i partecipanti, sommando i voti singoli e i collettivi, 1.500 aggiungendo lo Strega Giovani») avviene nel solco dei «cambiamenti già apportati con stile sobrio, ma determinato, da De Mauro». L’illustre linguista, scomparso lo scorso 5 gennaio, è stato ieri uno dei veri «presenti-assenti» che stanno a cuore a Tempo di Libri. Ha ricordato la sua spinta a «includere» Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci e curatore di Strega. Un premio che nessuno ha ancora immaginato (Rizzoli), volume sui primi 70 anni dell’ambito (e molto discusso) riconoscimento. Il libro, presentato ieri in fiera, è dedicato proprio a Tullio De Mauro.