L’affondo di Le Pen: confini chiusi
La vigilia del voto Dopo l’attentato, la leader del Fronte alza i toni Ma i primi sondaggi non la premiano: niente balzo. Fermo anche Fillon
Domani si vota per il primo turno dell’elezione presidenziale e oggi si osserva una tregua elettorale. L’ultima giornata disponibile per la campagna, ieri, è stata sconvolta dall’attentato sugli Champs-Elysées. Emmanuel Macron, Marine Le Pen e François Fillon hanno annullato comizi e visite conclusive, rimpiazzandoli con comunicati e conferenze stampa. L’unico tra i favoriti ad andare avanti senza cambiare programma è stato Jean-Luc Mélenchon, come del resto aveva fatto nel 2012 nonostante gli attentati di Mohamed Merah a Tolosa.
Marine Le Pen avrebbe dovuto visitare un rifugio per animali, un modo per addolcire l’immagine di una candidata che già aveva cominciato la compagna elettorale postando sul blog personale foto di gattini. L’attacco islamista di giovedì sera le ha fatto riprendere
Cambio programma La leader del Fronte Nazionale aveva in programma una visita a un rifugio per animali
un tono marziale e, dal suo quartier generale a soli 1.700 metri dall’Eliseo, ha chiesto l’espulsione immediata di tutti gli stranieri schedati «S» (cioè giudicati una minaccia per la Sicurezza nazionale) e il ritorno alle frontiere preSchengen. Anche se il terrorista Kharim Cheurfi non era straniero (è nato e vissuto alla periferia di Parigi ed era cittadino francese), non è schedato «S», e nessuna frontiera pre-Schengen avrebbe potuto fermare il suo breve viaggio (30 chilometri) da Chelles all’Arco di Trionfo.
Anche François Fillon ha cercato di cavalcare l’ondata di emozione già pochi minuti dopo l’attentato, parlando in televisione di «altre azioni terroristiche in corso» nonostante il ministero dell’Interno assicurasse che si trattava di una notizia falsa da non propagare. Ieri mattina Fillon ha insistito, parlando in modo un po’ misterioso di attacchi tenuti segreti e confermando di sentirsi l’unico candidato seriamente in grado di combattere «il totalitarismo islamico» con il «pugno di ferro», promettendo poi di rinegoziare il trattato di Schengen per assicurare più controlli alle frontiere.
Il centrista Emmanuel Macron ha scelto una strada diversa, proponendosi come il futuro presidente rassicurante che non cede al ricatto dei terroristi. «Non dobbiamo cedere al panico — ha detto —, né alla tentazione di strumentalizzare quello che è successo. Il presidente della Repubblica deve proteggere i francesi e essere implacabile per la loro sicurezza», non abbandonarsi «a una gara di promesse elettorali».
Gli ultimi sondaggi prima del voto peraltro non sembrano registrare l’atteso balzo in avanti di Marine Le Pen dopo l’attentato. Lo studio Ifop registra anzi un leggero aumen-
to per Macron, in testa alle intenzioni di voto con il 24% (+0,5% rispetto al giorno precedente l’attentato). Marine Le Pen (22%), François Fillon (20%) e Jean-Luc Mélenchon (19%) restano stabili. «L’impatto dell’attentato sul voto potrebbe essere piuttosto modesto — dice il vicedirettore dell’Ifop Frédéric Dabi —. Lo stato di choc nel Paese non è più lo stesso rispetto all’indomani di Charlie Hebdo, per esempio». E c’è il precedente di Tolosa nel 2012, quando gi attentati di Mohamed Merah non spostarono voti a favori dei candidati più duri almeno a parole sul piano della sicurezza, ovvero Nicolas Sarkozy e Marine Le Pen, battuti dal mite François Hollande.
Un altro sondaggio, realizzato da Odoxa, indica un 1% in più per Marine Le Pen, che resta in seconda posizione al 23% dietro a Macron ancora primo con il 24,5%. Se Macron e Le Pen dovessero qualificarsi al ballottaggio del 7 maggio, il primo è dato vincitore con largo margine.