Il biglietto
Karim Cheurfi, 39 anni, il killer degli ChampsElysées in una foto diffusa ieri. L’uomo ha dichiarato fedeltà all’Isis in un biglietto scritto a mano trovato a poca distanza dal luogo della sparatoria, vicino all’Audi 4 noleggiata per l’occasione. C’era anche la lista con gli indirizzi di alcuni commissariati di polizia parigini. Le autorità francesi stanno cercando di scoprire se avesse anche un complice
Nell’ultimo mese aveva trascorso alcuni giorni a Marsiglia. Il sospetto è che il viaggio sia servito ad acquistare le armi. Nel cofano della Audi 4 è stato trovato anche un fucile a pompa, oltre a due coltelli da cucina e una cesoia. Nella galleria dei terroristi di un giorno, Karim Cheurfi verrà ricordato come un semplice «voyou», un delinquente la cui eventuale inclinazione religiosa è passata sottotraccia, che ha usato l’Isis come pretesto e incentivo per regolare i conti con gli odiati poliziotti. Marsiglia è anche la città dove pochi giorni fa è stata sventata un complotto in stile Bataclan. Due gli arrestati, con tre chili di esplosivo, due granate e altri ordigni. La rivendicazione dell’Isis per l’attentato di giovedì sera aggiunge altri timori, perché rende omaggio al «suo» martire, tale Abu Yousef «il belga». Ma Cheurfi era francese. Resta in piedi un’ipotesi. La propaganda del Califfato ha fatto un errore, indicando un’altra persona al posto del vero attentatore. La conseguenza logica è che in giro per Parigi potrebbe esserci un altro terrorista pronto a colpire. Non sarà una domenica tranquilla. E non solo per ragioni elettorali.