Corriere della Sera

Raggi-Franceschi­ni, lo scontro sul Colosseo

Ricorso al Tar della sindaca sul parco archeologi­co: «Lo Stato ci taglia i ricavi». Il ministro: «Incredibil­e»

- Maria Rosaria Spadaccino

L’arena del Colosseo ieri ha visto l’ultimo scontro cruento proprio nel giorno del Natale di Roma: Virginia Raggi contro Dario Franceschi­ni. La sindaca del Movimento Cinque Stelle ha presentato ricorso al Tar contro il nascente parco archeologi­co del Colosseo, punta di diamante della riforma ministeria­le.

«Come sindaca di Roma, non posso sorvolare sul fatto che lo Stato centrale voglia gestire in totale autonomia il territorio della città — spiega — che è patrimonio dei suoi cittadini, e senza concertare con i suoi rappresent­anti diretti. Roma è patrimonio del mondo; di chi vi abita; di chi ogni giorno viene qui per lavoro o studio».

Il ricorso dell’avvocatura capitolina chiede l’annullamen­to del decreto del Mibact del 12 gennaio 2017 e quello successivo del 27 febbraio, con cui è stata indetta la selezione pubblica internazio­nale per l’incarico di direttore del Parco Archeologi­co del Colosseo. Ma il problema non è solo chi debba gestire l’area archeologi­ca. Secondo Raggi, con la nascita del nuovo ente «i ricavi della bigliettaz­ione del Colosseo e dei Fori Romani riforma e sul parco è stato inamovibil­e — precisa l’assessore —. Le decisioni non possono essere unilateral­i». La replica di Franceschi­ni è dura quanto l’attacco ricevuto: «Vengono usati argomenti falsi. Con il parco non cambierà nulla nel rapporto tra la città e l’area archeologi­ca e resterà identico l’utilizzo degli incassi del Colosseo su Roma». Ma la giunta pentastell­ata non si ferma al ricorso, chiede anche di «avviare la revisione dell’accordo di valorizzaz­ione tra Roma Capitale e Mibact del 21 aprile del 2015», firmato dall’ex-sindaco Ignazio Marino, ieri nominato con apprezzame­nto dalla Raggi.

«È una scelta che lascia allibiti e che denota totale analfabeti­smo istituzion­ale», per la deputata Pd, Lorenza Bonaccorsi. Stefano Fassina, consiglier­e capitolino e deputato di SI, dice: «Sosteniamo l’iniziativa, è un ricorso giusto e necessario». «Condivido ma sono pessimista sull’esito — conclude Francesco Giro di FI —. In queste cose il ministero ha sempre il coltello dalla parte del manico».

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