NORME NON TRACCIABILI: L’OPACO LEGIFERARE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Tutti ora a guardare il dito, a cercare la «manina» della norma anti Cantone, a interrogarsi se appartenga a chi voleva fare un favore a Renzi o dargli un dispiacere. E invece andrebbe guardata la luna nera, alla cui ombra le norme entrano ed escono misteriosamente dai Consigli dei ministri. L’ormai ricca casistica spazia dal condono delle frodi fiscali sotto il 3% alla controversa interpretazione sulla licenziabilità dei dipendenti pubblici con il Jobs Act, per non parlare del balletto di tasse dentro-fuori ad ogni manovra finanziaria: la clausola «approvato salvo intese» fa da foglia di fico alla singolare pubblicazione dei testi solo dopo molti giorni dalla teorica approvazione. Già ci si era assuefatti allo svuotamento del Parlamento, ridotto per lo più a ratificare decreti legge del governo. Già da anni ci si era rassegnati all’abuso dei decreti legge, strumento sempre più sganciato dai requisiti di necessità e urgenza. Già non si contava quasi più l’imposizione del voto di fiducia sulla conversione in legge di quei decreti varati dal governo. Ed ecco che adesso l’ennesimo scaricabarile tra ministri, che a costo di figurare come passanti dicono di ignorare quello che in teoria avevano annunciato (e a volte vantato) di aver approvato, costringe a prendere atto che evidentemente neanche il fulcro del governo, il Consiglio dei ministri, è la sede vera nella quale le decisioni vengono assunte, e che ad assumerle non sono (o non sono soltanto) i soggetti istituzionalmente prepostivi. Questa sì che è antipolitica allo stato puro. Così tossica che, contro l’opaco legiferare, sarebbe il caso di alzare il velo sui verbali dei Consigli dei ministri, in modo da rendere pubblico quali ministri o burocrati o consulenti abbiano scritto o modificato un certo testo, con quali motivazioni a confronto, con quali posizioni finali. Perché, ora che da pochi giorni al supermercato vige per legge la tracciabilità dei latticini e si può sapere nel dettaglio quale strada abbia fatto una mozzarella, diventa insostenibile che difetti nei Consigli dei ministri la tracciabilità di norme «desaparecide» o «orfane».