Variazione sul tema del paesaggio Sei mesi di Festival all’ombra dell’Etna
Radicepura si ispira al Chelsea Flower show Con le piante un racconto del Mediterraneo
on è solo verde. È molto di più. Paesaggio, ma anche tradizione, cultura, storia. È pensiero, ricerca, sperimentazione. In un vivaio di talenti internazionali, chiamati a cambiare lo sguardo sull’arte dei giardini, declinata per la prima volta nella sua essenza mediterranea. Che si respira a fondo visitando il parco botanico di Radicepura, inaugurato ieri a Giarre (Catania) con la prima edizione del Radicepura Garden Festival, incorniciato dal mare e dall’Etna e animato da una Natura che si rigenera nel ciclo vitale delle piante. Protagoniste di un evento biennale unico, anche rispetto al Chelsea Flower Show di Londra, al Garden Festival di Chaumont e a quello di Singapore, perché il primo dedicato al mondo mediterraneo e perché il primo ad essere creato all’interno di una struttura vivaistica. Quella della famiglia Faro, che raccoglie 800 specie di piante e oltre 5000 varietà, creata più di cinquant’anni fa dal padre Venerando, ancora oggi alla guida dell’azienda insieme ai figli Mario e Michele.
«Un sogno coltivato con passione e coraggio in una terra meravigliosa come la Sicilia» Passerotti, sulla crisi idrica del pianeta che trasforma l’acqua in oro, «Arethusa and Alpheo» di James Besson, ispirato ai miti della Sicilia e «Amity» di Kamelia Bin Zaal, pensato come luogo di pace, riparo sicuro, in omaggio alla Siria e i suoi colori.
All’attualità si ispirano anche alcuni dei sei «giardini nascenti», affidati, con un concorso internazionale, a paesaggisti under 35, come «Passage to Mediterranean» che evoca il dramma dei migranti o «Through Vegetation» in cui la natura riafferma la vita, dopo la devastazione di eruzioni e terremoti, cambiando volto al paesaggio.
Anche Radicepura cambierà volto nei sei mesi del festival, lasciando alle piante la possibilità di esprimersi nella crescita per trovare una reciproca armonia. Anche negli eventi collaterali, come la mostra del land-artist Alfio Bonanno e quella «In Fiore» di Marella Ferrera e Paola Lenti nel museo catanese della Scenari Da sinistra, Mario Faro e il padre Venerando, che con la loro Fondazione Radicepura sono promotori del Festival; «In fiore», l’allestimento a Palazzo Biscari di Catania, a cura di Marella Ferrera e Paola Lenti; una veduta d’insieme del parco in cui si svolge il Festival; a destra il paesaggista François Abélanet al centro della sua installazione «Anamorfosi» stilista. Un’immersione sensoriale ed evocativa di suggestioni artistiche e botaniche, in cui acquerelli, fiori e tessuti si intrecciano in un dolce abbraccio che profuma di zagara. L’installazione «Dove riposano le lucertole» di Alfio Bonanno