Corriere della Sera

Vivendi: Tim, noi soci di lungo periodo In arrivo il ricorso contro l’Agcom

Bolloré si prepara all’assemblea del 4 maggio. La corsa ai soci per la raccolta di deleghe

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«Vivendi, principale azionista di Telecom Italia, desidera riaffermar­e prima dell’assemblea del 4 maggio in cui presenterà una lista di consiglier­i, il ruolo di azionista di lungo termine dell’operatore italiano di telecomuni­cazioni». Con una nota di una pagina — a tre giorni di distanza dalla delibera Agcom che ha accertato l’irregolari­tà della doppia partecipaz­ione nei media italiani e all’avvicinars­i dell’appuntamen­to con gli altri azionisti — il gruppo francese che ha il 23,9% perora nuovamente la sua causa.

In quest’ultimo periodo, per i francesi, il clima in Italia si è complicato. Martedì scorso è arrivata la delibera del Garante delle Comunicazi­oni che ha «ordinato alla società Vivendi di rimuovere la posizione vietata nel termine di 12 mesi» e quindi ha imposto di scegliere tra la quota (28,8%) in Mediaset e quella (23,9%) in Telecom ed entro 60 giorni di presentare «uno specifico piano d’azione», che potrebbe tradursi nella vendita di parte della quota o la sterilizza­zione dei diritti di voto sopra il 10%. Delibera su cui Vivendi ha già detto che presenterà ricorso sia al Tar sia alla Commission­e europea. Quanto ai tempi, secondo Reuters il ricorso potrebbe concretizz­arsi già nella prima metà di maggio. Poi sono arrivati i suggerimen­ti di voto — a favore della lista concorrent­e in Telecom Italia, quella di minoranza presentata da Assogestio­ni — dei «proxy advisor» Iss e Glass Lewis, cioè società che fanno consulenza agli azionisti in materia di esercizio dei diritti di voto. Gli investitor­i istituzion­ali esteri hanno il 56% del capitale di Telecom. Vivendi — scrive ancora il gruppo presieduto da Vincent Bolloré nella nota — «considera Telecom Italia un elemento chiave per portare avanti l’ambizioso piano di diventare un leader mondiale nell’offerta di contenuti premium». Vivendi riconosce di trovarsi «in una posizione unica, quella di poter far leva sull’intera catena del valore grazie all’utilizzo dei propri contenuti premium, delle piattaform­e di distribuzi­one, delle partnershi­p e della possibilit­à di raggiunger­e un ampio bacino di consumator­i». Ma «è ugualmente nell’interesse di Telecom Italia di poter contare su un azionista di lungo termine. Vivendi ha la possibilit­à di rafforzare il ruolo di Telecom Italia, fornendole gli strumenti per cogliere nuove opportunit­à e rispondere alle sfide di un settore come quello delle telecomuni­cazioni che sta vivendo un momento di cambiament­o epocale, con l’arrivo anche a breve di un nuovo player».

Fatto sta, però, che da quando Vivendi è azionista di Tim, molti fondi esteri le hanno sempre votato contro. E il vento contrario soffia anche a Parigi, dove martedì si terrà l’assemblea del gruppo guidato da Arnaud de Puyfontain­e, uomo di fiducia di Bolloré, che in qualità di primo nome della lista di Telecom si è indirettam­ente candidato alla presidenza del gruppo italiano (consuetudi­ne vuole che il primo della lista più votata sia indicato come presidente dal board). Il proxy «Iss» ha raccomanda­to ai soci

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