L’Italia ha i titoli per l’export
Funziona il Padiglione per lo scambio di diritti Cognetti in Albania, la Cina cerca l’arte e la musica Nel 2016 gli autori venduti all’estero su dell’11%
Per conoscere il bilancio ufficiale di Tempo di Libri bisognerà aspettare domani, quando verranno resi noti i dati dell’affluenza, anche se — soprattutto nei primi due giorni — è stato evidente che il numero dei visitatori e soprattutto dei partecipanti agli incontri è stato inferiore alle aspettative. Ora la fiera affronta la sfida del fine settimana nel quale comincia il ponte del 25 aprile, ma un primo bilancio si può fare ed è quello del Mirc, il Milan International Rights Center, l’appuntamento per lo scambio dei diritti nato sulla falsariga dell’Ibf (International Book forum) organizzato dal Salone del libro di Torino.
Il Mirc si è concluso ieri: 500 partecipanti di cui 170 stranieri, provenienti da 34 Paesi, hanno dato vita a 6.500 appuntamenti nello spazio enorme e ovattato del Padiglione 1, dove ieri si aggirava anche Jürgen Boos, presidente della Buchmesse di Francoforte, venuto a fiutare l’aria del nuovo evento e, pare, a valutare eventuali forme di collaborazione.
Oltre all’area, riservata e silenziosa, agenti e scout hanno apprezzato soprattutto la piattaforma multilingue della fiera che ha generato per ogni partecipante un’agenda fittissima di appuntamenti nella tre giorni degli scambi, togliendo ai singoli l’onere del calendario, mentre piuttosto criticata è stata la scelta di relegare gli agenti stranieri nell’albergo all’interno del complesso tagliandoli praticamente fuori da Milano e dagli eventi serali in città.
Se è noto che ormai i diritti si comprano e si vendono tutto l’anno, gli appuntamenti dedicati agli scambi continuano a essere momenti importanti di incontro, anche per gli editori italiani. «Per me — dice Rosaria Carpinelli, agente letteraria che a Tempo di Libri ha anche uno stand — la cosa più interessante è potersi impegnare nel tempo. Al di là delle novità del momento, è utile lavorare sul catalogo. Ieri mi hanno portato la traduzione di Nocchiero di Paola Capriolo, un libro del 1989. Qui, un editore danese ha preso Vita di Melania Mazzucco mentre Sonia Draga, editrice polacca, ha voluto l’unico libro di Margaret Mazzantini che ancora non aveva in catalogo, Mare al mattino. Comunque l’utilità di situazioni come queste, dove lo scambio dei diritti è in un padiglione a parte, ma dentro la fiera, è quella di avere molti scrittori che circolano, si possono vedere i loro incontri, conoscerli. Per me il Mirc ha avuto un risultato eccellente, considerato poi che si tratta del primo anno».
Sul catalogo degli editori italiani lavora anche Sara Wang, della cinese Niu Niu Culture che a Milano cerca soprattutto libri d’arte dopo che a Pechino ha portato Luigi Serafini con il suo Codex Seraphinianus («è stata stampata anche un’edizione fake, segno inequivocabile del suo successo», dice). A Tempo di Libri ha preso opere di Bruno Munari e si è interessata a titoli saggistici di Laterza, come le storie filosofiche di Roberto Casati e Achille Varzi, e La lingua geniale, il saggio sul greco antico di cui è autrice Andrea Marcolongo. «Abbiamo anche avviato una collaborazione con l’editore Curci — spiega — che si occupa di spartiti, libri e metodi musicali».
Arlinda Dudaj, della casa editrice albanese omonima che propone ai lettori un mix di grandi bestseller come Dan Brown e John Grisham e titoli letterari, è molto soddisfatta: «Il mio gioiello — dice — è Paolo Cognetti. Ho preso Le otto montagne, sto chiudendo per L’imperfetta meraviglia di Andrea De Carlo e per Il desiderio di essere come tutti di France-
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