«Periodo d’oro per la ricerca Serve continuare a investire»
Ai primi del Novecento si ammalava di tumore una persona su 30, oggi una su tre e, statistiche alla mano, fra 10 anni si arriverà a una persona su due. In questo quadro che fa pensare a una vera epidemia (in gran parte spiegabile con l’invecchiamento generale della popolazione, visto che il cancro è una patologia «tipica» dell’età avanzata), c’è anche una buona notizia: la mortalità ha iniziato a diminuire e continua a farlo. «Soprattutto grazie ai progressi fatti nelle terapie, dunque grazie alla ricerca scientifica — sottolinea Paolo Veronesi, presidente di Fondazione Umberto Veronesi che, il prossimo 27 aprile a Milano, premierà i 194 medici e ricercatori il cui lavoro nel 2017 verrà sostenuto dai fondi raccolti dalla Fondazione —. Il supporto a una ricerca libera e di qualità è la risposta alle speranze di tutta la comunità per una vita lunga e in salute. Ed è ciò che meritano tanti scienziati capaci e preparati, che ogni giorno dedicano impegno e passione alle nuove scoperte che possono migliorare la vita di tutti».
Dal 2003, anno della sua nascita, la Fondazione ha sostenuto 1.191 ricercatori e oltre 100 progetti di ricerca: nel 2016 i finanziamenti avevano consentito il lavoro di 170 scienziati, quest’anno si è passati a 194. «Con il nostro supporto riusciamo non solo a tenere o richiamare in Italia cervelli italiani, ma anche ad attrarre gli stranieri più qualificati: nel 2017, il 15 per cento degli studiosi premiati arriva dall’estero» spiega il professore, chirurgo oncologo come il padre, al quale succede nella presidenza della Fondazione. Umberto Veronesi ha ripetuto più volte: «Riusciremo a sconfiggere il cancro». Lei è dello stesso parere? «Sì, ne sono assolutamente convinto. Radioterapia più precisa, chirurgia meno invasiva, medicina personalizzata in base alla genetica e progressi con nuovi farmaci. Sono tanti i filoni di ricerca aperti nella lotta ai tumori. Stiamo vivendo, in questi ultimi anni in particolare, un periodo di grandissima vivacità, soprattutto nella ricerca farmacologica, con il continuo arrivo di nuovi medicinali che cambiano radicalmente la prognosi di alcuni tumori, per questo è importante continuare a investire». Ricerca però non è soltanto sinonimo di cure: «Abbiamo fatto enormi passi avanti anche nella diagnosi precoce e nella prevenzione, raggiungendo risultati che solo 30 anni fa sembravano obiettivi irrealizzabili».
Grazie alla diagnosi precoce e alle innovazioni siamo oggi in grado di curare i tumori più comuni, come ad esempio quelli di seno e prostata, con percentuali di guarigione altissime, oltre