Corriere della Sera

Marta: dentro i misteri dei tumori pediatrici

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Marta Colletti si è sempre occupata di oncologia: nata a Magliano Sabina (Rieti) nel 1980, si è laureata in biotecnolo­gie mediche e ha svolto il dottorato in biologia umana e genetica all’Università «La Sapienza» di Roma. Dopo due anni trascorsi a Bruxelles a studiare il differenzi­amento e il tumore del pancreas, è approdata presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dove già l’anno scorso aveva vinto il finanziame­nto della Fondazione Umberto Veronesi. Il suo progetto di ricerca prosegue quest’anno su uno dei tumori pediatrici più aggressivi e famigerati: il neuroblast­oma. «Io studio gli esosomi — spiega la ricercatri­ce —: vescicole prodotte dalle cellule al cui interno troviamo materiale genetico (come Rna, microRna e Dna), lipidi e proteine. Abbiamo notato che un gruppo di microRna (il cluster 17-92) è presente in modo massiccio all’interno degli esosomi del neuroblast­oma: il mio obiettivo è capire perché è così preminente e qual è il suo ruolo. In futuro potrebbe servire a mettere a punto una terapia mirata per inibire il microRna specifico che promuove la crescita tumorale».

Ha avuto in passato la tentazione di rimanere all’estero? «Ho rimpianto di essere tornata in Italia finché non sono arrivata al Bambino Gesù, dove ci sono i fondi per fare ricerca, strumenti all’avanguardi­a e un team di caratura internazio­nale — osserva —. I pregi di lavorare all’estero sono che c’è molta condivisio­ne dei risultati, i professori sono sempre disposti ad ascoltarti (anche se sei l’ultimo arrivato) e gli stipendi sono molto più alti. Anche in Italia ci sono molte realtà analoghe, dipende da dove si è: io sono stata fortunata. Il vantaggio più grande è che esco dal lavoro e sono subito a casa, a occuparmi della mia bambina piccola».

Per fare scienza non si può stare soli. Amo gli animali, anche rettili e anfibi

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