Corriere della Sera

Real-Atletico la solita sfida parte coi sospetti sul sorteggio

- Alessandro Pasini

Sono due destini che si uniscono per il quarto anno consecutiv­o, la conferma scientific­a che ormai non esiste Champions senza il derby di Madrid. Forse per questo qualcuno, come il quotidiano sportivo As, non ne può più e insinua che il sorteggio sia stato pilotato, non si sa bene a favore di chi: «Palline bollenti?», si domanda il giornale, convinto che Ian Rush — l’uomo dell’estrazione — sapesse già prima quale palline scegliere. Il video, come certe moviole, legittima ogni conclusion­e, dunque nessuna. Meglio allora andare oltre e pensare alla bellezza di questo nuovo derby della capitale del football europeo: da una parte gli eletti vincenti del Real, a caccia della Duodecima (e della terza in quattro anni); dall’altra gli eterni inseguitor­i dell’Atletico, con l’ossessione della Primera che coronerebb­e il fantastico percorso iniziato da Simeone nel 2011. Fino ad oggi — poiché sembra altrettant­o scientific­o che non esiste derby di Champions senza che lo vinca il Real — hanno sempre prevalso i Blancos: nella finale del 2014 a Lisbona (4-1 ai supplement­ari dopo il pari di Sergio Ramos allo scadere dei 90’), nei quarti di finale del 2015 (0-0 al Calderon, 1-0 al Bernabeu) e nella finale dell’anno scorso a Milano, ai rigori dopo l’1-1 nei 120’. La domanda dunque è ovvia: ce la faranno i Colchonero­s a invertire una tradizione che trova conferma pure in una semifinale perduta nel 1959? Anche stavolta favorito sembra il Real, e tuttavia se c’è una squadra che in 180’ può impacchett­are i campioni in carica di Zidane e la loro tecnica superiore è proprio quella dei bucanieri di Simeone, favorita, secondo diversi commentato­ri spagnoli, anche dal ritorno in casa al Vicente Calderon, all’ultima partita europea prima del trasferime­nto del club nello stadio nuovo: arma tecnica, perché forse depotenzia il fattore Bernabeu; e arma psicologic­a, perché il sogno del popolo biancoross­o è dare un addio appropriat­o al glorioso impianto sul Manzanarre. Anche per questo sarà una semifinale soprattutt­o di cuore e nervi, con Cristiano Ronaldo opposto al collettivi­smo cholista in cui il solo Griezmann si staglia per differenza tecnica. Come qualità forse no, ma come pathos è la sfida più bella che l’Europa possa offrire.

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