Quel tricolore che divide un grande Paese
La scelta del presidente tra minacce terroristiche e un sistema «mutato»
Tre candidati, tre colori. Bianca è la Francia monarchica, cattolica, conservatrice: Fillon. Rossa è la Francia rivoluzionaria, comunarda, populista di sinistra: Mélenchon. Blu è la Francia repubblicana; che può assumere una venatura bonapartista, autoritaria, populista di destra. È il colore scelto — o usurpato — da Marine Le Pen: blu Marine appunto. Molto diverso dal colore del padre: il nero, come la benda che da giovane portava sull’occhio destro, ferito «in uno scontro con aggressori politici» (ma in un’altra foto d’epoca la benda nera si sposta sull’occhio sinistro).
Oggi i francesi votano per il primo turno di un’elezione presidenziale senza precedenti, tra minacce terroristiche e la fine del sistema politico della V Repubblica, che era fondato sulla contrapposizione di due importanti schieramenti di destra e di sinistra.
Gli ultimi sondaggi di venerdì sera indicano che quattro candidati potrebbero passare il turno e qualificarsi per il ballottaggio del 7 maggio: secondo l’istituto Ifop il centrista Emmanuel Macron potrebbe ottenere intorno al 24%, sottraendo a Marine Le Pen (22%) una prima posizione che sembrava aggiudicata da oltre un anno. I candidati della destra François Fillon (20%) e della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon (19%) restano comunque in partita, rendendo possibile qualsiasi combinazione per il secondo turno.
I distacchi potrebbero risultare talmente minimi che questa sera alle 20 i nomi dei due qualificati potrebbero non essere ancora noti, rompendo una lunga tradizione delle serate elettorali.
Dopo i primi seggi aperti ieri nei territori d’oltremare Guyana e Guadalupa, le urne aprono alle 8 e chiudono alle 19 in provincia e alle 20 a Parigi e in altre grandi città. Gli elettori sono 45,67 milioni, tra i quali 1,3 milioni di francesi all’estero.
I media francesi hanno l’obbligo di aspettare le 20 prima di diffondere i primi risultati, un vincolo di solito ignorato dai siti svizzeri e belgi che quest’anno però avranno meno tempo a disposizione (nel 2012 i seggi di provincia chiudevano alle 18) per elaborare le tendenze.
L’attentato islamista di giovedì sera sugli Champs Elysées, dove è stato ucciso il poliziotto Xavier Jugelé, ha reso ancora più incombente un pericolo terroristico che da mesi veniva comunque giudicato molto alto. Una nota dei servizi francesi consultata dal Parisien indica una «minaccia jihadista costante e consistente» e raccomanda come «indispensabile» la presenza della polizia durante l’apertura dei seggi. I servizi chiedono poi che sia garantita la presenza di «agenti armati» nei seggi durante il voto «fino alla fine dello spoglio delle schede, così come nelle prefetture e nei luoghi di raccolta e validazione dei risultati».