Panico in stazione per un coltello L’allerta degli 007 e la minaccia costante: sarà il giorno più duro
Gli allarmi lanciati da servizi segreti e affini rappresentano un sottogenere giornalistico che non conosce declino. In Francia come in Italia, ovunque. Non è soltanto per spirito patriottico che va sottolineato come la nostra intelligence abbia spesso dato miglior prova di sé. La lista dei fallimenti degli 007 d’Oltralpe è lunga, purtroppo negli ultimi due anni anche dolorosa. Ma se non altro la nota confidenziale sulle minacce incombenti sull’elezione presidenziale, redatta dai servizi francesi e svelata dal quotidiano Le Parisien è indicativa del clima che si respira. Molto più dell’episodio avvenuto ieri alla Gare du Nord, la seconda stazione ferroviaria della capitale, dove un uomo si aggirava vaneggiando nella hall con un coltello in mano. La notizia di un assalto ai poliziotti non è stata confermata. Le scene di panico collettivo seguite all’intervento di una pattuglia invece erano reali.
L’unica ragion d’essere del documento è «la minaccia jihadista», descritta come «costante e sostanziale». Fin qui ci si arrivava anche da soli. La parte interessante riguarda le raccomandazioni per la sicurezza nei seggi elettorali, considerati possibili bersagli. «La presenza della Polizia al momento dell’apertura è indispensabile». Il presidente di sezione deve subito coordinarsi con gli agenti presenti e concordare modalità di comportamento, che non possono prescindere da un costante «contatto Dopo l’attacco La manifestazione delle mogli dei poliziotti
visivo» fino al termine dello scrutinio. Se i seggi sono a rischio, tutto si traduce nella necessità di un controllo capillare. Infatti sono previste «restrizioni nei congedi e nelle licenze» delle forze dell’ordine durante il periodo delle elezioni presidenziali.
Per quanto dia meno nell’occhio, è questo forse il dettaglio che dà la misura di quanto sia grande negli apparati il timore che accada qualcos’altro. I poliziotti si lamentano da tempo per i turni massacranti, malessere aggravato dal fatto che sono proprio loro l’obiettivo più ambito e facile da colpire. Anche ieri si sono riuniti spontaneamente per protestare in diversi punti della capitale, dal Trocadero agli Champs Elysées, dove è stato ucciso il loro collega Xavier Jugelé, le «mogli arrabbiate» hanno sfilato in corteo. Ma l’esasperazione degli agenti, un tema della campagna elettorale, passa in second’ordine davanti all’entità della minaccia jihadista. E non solo quella. L’ultima parte della nota, vagamente apocalittica, evoca scontri e cortei violenti, con sollevazione di quasi tutte le categorie, movimenti di estrema sinistra, agricoltori, personale ospedaliero, liceali, «in caso si verifichi la presenza di partiti cosiddetti estremisti al secondo turno». Ovvero un ballottaggio che contrapponga Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon, ipotesi non esclusa dai sondaggi. Tira una brutta aria. Lasciando da parte la politica, speriamo che i servizi segreti francesi si sbaglino anche questa volta.