Corriere della Sera

Panico in stazione per un coltello L’allerta degli 007 e la minaccia costante: sarà il giorno più duro

- Di Marco Imarisio

Gli allarmi lanciati da servizi segreti e affini rappresent­ano un sottogener­e giornalist­ico che non conosce declino. In Francia come in Italia, ovunque. Non è soltanto per spirito patriottic­o che va sottolinea­to come la nostra intelligen­ce abbia spesso dato miglior prova di sé. La lista dei fallimenti degli 007 d’Oltralpe è lunga, purtroppo negli ultimi due anni anche dolorosa. Ma se non altro la nota confidenzi­ale sulle minacce incombenti sull’elezione presidenzi­ale, redatta dai servizi francesi e svelata dal quotidiano Le Parisien è indicativa del clima che si respira. Molto più dell’episodio avvenuto ieri alla Gare du Nord, la seconda stazione ferroviari­a della capitale, dove un uomo si aggirava vaneggiand­o nella hall con un coltello in mano. La notizia di un assalto ai poliziotti non è stata confermata. Le scene di panico collettivo seguite all’intervento di una pattuglia invece erano reali.

L’unica ragion d’essere del documento è «la minaccia jihadista», descritta come «costante e sostanzial­e». Fin qui ci si arrivava anche da soli. La parte interessan­te riguarda le raccomanda­zioni per la sicurezza nei seggi elettorali, considerat­i possibili bersagli. «La presenza della Polizia al momento dell’apertura è indispensa­bile». Il presidente di sezione deve subito coordinars­i con gli agenti presenti e concordare modalità di comportame­nto, che non possono prescinder­e da un costante «contatto Dopo l’attacco La manifestaz­ione delle mogli dei poliziotti

visivo» fino al termine dello scrutinio. Se i seggi sono a rischio, tutto si traduce nella necessità di un controllo capillare. Infatti sono previste «restrizion­i nei congedi e nelle licenze» delle forze dell’ordine durante il periodo delle elezioni presidenzi­ali.

Per quanto dia meno nell’occhio, è questo forse il dettaglio che dà la misura di quanto sia grande negli apparati il timore che accada qualcos’altro. I poliziotti si lamentano da tempo per i turni massacrant­i, malessere aggravato dal fatto che sono proprio loro l’obiettivo più ambito e facile da colpire. Anche ieri si sono riuniti spontaneam­ente per protestare in diversi punti della capitale, dal Trocadero agli Champs Elysées, dove è stato ucciso il loro collega Xavier Jugelé, le «mogli arrabbiate» hanno sfilato in corteo. Ma l’esasperazi­one degli agenti, un tema della campagna elettorale, passa in second’ordine davanti all’entità della minaccia jihadista. E non solo quella. L’ultima parte della nota, vagamente apocalitti­ca, evoca scontri e cortei violenti, con sollevazio­ne di quasi tutte le categorie, movimenti di estrema sinistra, agricoltor­i, personale ospedalier­o, liceali, «in caso si verifichi la presenza di partiti cosiddetti estremisti al secondo turno». Ovvero un ballottagg­io che contrappon­ga Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon, ipotesi non esclusa dai sondaggi. Tira una brutta aria. Lasciando da parte la politica, speriamo che i servizi segreti francesi si sbaglino anche questa volta.

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