Corriere della Sera

«IL POPULISMO SI FONDA SULLE FALSITÀ»

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di questi ultimi anni mostra quanto sia stato sbagliato. Non ti puoi liberare dalla politica. Anche se la metti fuori dalla porta, ti rientra dalla finestra».

La maggior parte dei francesi non si farà ingannare dall’attentato di Parigi: non ci sarà la vittoria di Marine Le Pen, non ci sarà la fascistizz­azione della Francia

Il campo di battaglia oggi, però, si trova soprattutt­o nei social network...

«Io non sono sui social network: preferisco intervenir­e nel dibattito pubblico con gli articoli sui giornali e i miei scritti. Però riconosco che la rete sia uno strumento di comunicazi­one formidabil­e e con grandi potenziali­tà democratic­he. Il problema è che ora sembra dominata dai cultori delle false verità, dei “fatti alternativ­i” o, come ho sentito dire dalla direttrice di una television­e russa in Francia, dalle “verità plurime”. Negli anni Settanta gli intellettu­ali europei si mobilitaro­no nelle piazze per chiedere il cambiament­o sociale. Oggi devono tornare a farlo, ciascuno con i propri strumenti e anche sul web, certo. L’importante è difendere ovunque la democrazia, la cultura dei diritti e soprattutt­o la verità dei fatti che è una sola. Abbiamo bisogno di chiamare a raccolta le competenze, di discutere su base razionale, scientific­a i problemi sociali, economici, geopolitic­i e così via. È necessario, per esempio, contrastar­e le manipolazi­oni di Vladimir Putin, le sue interferen­ze nelle campagne elettorali in Occidente».

Negli anni Settanta gli intellettu­ali europei si mobilitaro­no per chiedere il cambiament­o, oggi devono rifarlo, ciascuno con i propri strumenti e sul web

Che cosa insegnano la vittoria di Donald Trump e questi primi mesi di presidenza?

«L’elezione di Donald Trump è preoccupan­te. È un presidente che dice una cosa e ne fa un’altra. Oggi nessuno sa quale sia la linea di politica internazio­nale Usa. Trump non sembra avere la solidità per reggere l’incarico politico più importante del mondo e rischia di compromett­ere i valori profondi dell’America. Vedo, però, che la parte più preparata del Paese sta reagendo in modo vigoroso: può essere un esempio anche per l’Europa».

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