Berlusconi: se va via anche la Francia l’Europa finisce
Evitare lo «snobismo» e non considerare tutte le destre «populiste», o per l’Europa sarà «la fine». Come lo sarebbe se la Francia decidesse di uscire dalla Ue. È un Silvio Berlusconi preoccupato quello che in un’intervista al sito Vice News annuncia anche che — sia nel caso in cui venga accolto il suo ricorso a Strasburgo contro la legge Severino che lo renderebbe candidabile, sia in caso contrario — sarà «in campo per la campagna elettorale».
Secondo il leader di Forza Italia «l’uscita della Gran Bretagna ha mutilato l’Ue ed è stata per noi, ma credo anche per loro, una gran perdita. Se fosse orfana anche della Francia l’Europa andrebbe verso la fine, e questo sarebbe molto negativo». Ma la demonizzazione non è la soluzione: «Le destre europee — lamenta — sono messe tutte insieme nella categoria del “populismo”. Sono le sinistre che trattano con distanza, con snobismo questi fenomeni, che invece hanno delle ragioni che corrispondono alle paure, alla rabbia, alle esigenze di una vasta porzione di cittadini, i quali votano contro l’establishment. Se aumentassero fino ad arrivare al potere il primo risultato sarebbe l’uscita dall’Europa di molti Paesi e quindi la distruzione dell’unità europea».
Un motivo di disagio popolare è poi che «nessun Paese al mondo può sopportare una immigrazione così elevata nei numeri», per questo «l’Europa deve varare una specie di Piano Marshall per i paesi interessati, pur sapendo che non sono delle democrazie». Magari in un quadro in cui, è il desiderio di Berlusconi, «Trump e Putin possano incontrarsi, capirsi e diventare amici fra di loro come io ero riuscito a far diventare amici George Bush e Putin».