Corriere della Sera

«Noi liberi». Grillo spiega il sì al fine vita

«Ma non siamo pro morte». E attacca i radicali: loro dove ci sono disgrazie. La replica: deve rispettarc­i

- Dino Martirano

Sul testamento biologico, approvato alla Camera con i voti del Pd ma anche con quelli dei grillini, ora Beppe Grillo attacca i Radicali (i militanti del partito fondato da Marco Pannella ed Emma Bonino che da decenni combatte per i diritti civili) e rifiuta, per il suo Movimento, l’«appellativ­o pro morte», quasi a smarcarsi. Tuttavia, il leader del M5S — in coda a un lungo ragionamen­to sul «mistero della morte, la più grande paura dell’uomo» pubblicato sul suo blog — conferma la scelta di votare a favore del testo osteggiato dal fronte cattolico. Sul fine vita, scrive Grillo, «siamo soddisfatt­i dei risultati raggiunti in Parlamento dove non ci si poteva aspettare un’unanimità di pensiero... Eppure, nonostante un lavoro di ascolto reciproco, durante il quale più volte abbiamo modificato la nostra idea, in molti hanno ceduto alla tentazione della mossa politica di demagogizz­are l’altro affibbiand­ogli l’appellativ­o di “pro morte”».

Così — al termine di una settimana intensa per le relazioni tra il M5S e il mondo cattolico, segnata anche dall’intervista di Grillo al quotidiano dei vescovi Avvenire — il leader M5S si è scatenato contro gli «esperti della morte» per affermare che nel Movimento «c’è una libertà di pensiero assoluta. Neppure possiamo fare la fine dei radicali, dove ci sono disgrazie ci sono loro, referendum per morire, per divorziare, per uccidere o aiutare a uccidere... Non li ho mai capiti, la loro ideologia è la fine, si tirano su con coppie di fatto e matrimoni gay ma con gli uteri in affitto si finisce di nuovo nel truculento, nella morale elitaria».

Davanti all’attacco a freddo, Riccardo Magi, segretario dei Radicali italiani, è spietato: «Neppure quando il Parlamento muove un passo di civiltà, Beppe Grillo riesce a uscire dalla logica di parte a beneficio dell’interesse comune». Per il sottosegre­tario agli Esteri Benedetto Della Vedova, «Grillo sembra volere prendere le distanze dal voto espresso dal M5S sul testamento biologico, una legge di civiltà che non impone nulla a nessuno ma riconosce a tutti un diritto: al fondo, c’è il bisogno di Grillo di esorcizzar­e il fatto che è nelle istituzion­i e nell’accordo politico con gli altri che si danno risposte ai cittadini». I vertici del Pd, che spesso si scagliano contro Grillo, lasciano all’ex radicale Roberto Giachetti il compito di rinverdire la memoria: «Le battaglie dei Radicali hanno cambiato la vita e dato speranza a generazion­i di italiani. È ovvio che Grillo non capisca».

Tra i commenti apparsi sul blog di Grillo c’è anche quello firmato da Donatella Savasta di Torino: «Non so se alle prossime elezioni voterò ancora i 5 Stelle. Sono rimasta profondame­nte delusa dal sostengo dato dal Movimento a questa legge». Per Lucio Malan (FI), «su immigrazio­ne e fine vita emerge tutta l’ambiguità di Grillo». Maurizio Sacconi (Energie per l’Italia) è certo che al Senato «Grillo avrà modo di chiarire l’approccio del suo movimento al tema della vita». E il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, ha invitato Grillo al Santuario.

Il fine vita? Il problema è reale e chiede alla politica una soluzione Beppe Grillo

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