Corriere della Sera

Franceschi­ni a Raggi: fake news sul Colosseo

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Travaglio ha rilanciato l’idea di Cacciari di una alleanza tra Pd e M5S. È una strada percorribi­le?

«No, noi dobbiamo andare per la nostra strada, con un programma fatto di questioni concrete. Il M5S si preoccupi piuttosto del modo in cui parla di temi come i vaccini e la salute pubblica».

Se Grillo vince toccherà a lui proporre un programma, dai diritti civili al reddito di cittadinan­za. Il Pd non andrà a vedere le carte?

«Al di là di singole questioni, la verità è che non hanno un piano chiaro di governo del Paese e procedono per spot, a seconda di come gira il vento. Invece di pensare ad alchimie elettorali di coalizioni, noi dobbiamo parlare il linguaggio del

Continua la lite tra la sindaca Virginia Raggi ed il ministro Dario Franceschi­ni sul nascente parco del Colosseo, su cui la giunta ha fatto opposizion­e al Tar. Da una parte Raggi contesta la decisione anche per motivi economici: «Prima l’80% degli incassi andava alla gestione della Soprintend­enza speciale che tutela il patrimonio di Roma, in futuro dovrebbe ricevere solo il 30%». Fake news le bolla Franceschi­ni: «L’80% degli incassi resta su Roma per il Colosseo, i Fori e il resto del patrimonio statale, mentre il 20% va al fondo di solidariet­à nazionale, come fanno tutti i musei italiani». fare su sicurezza, immigrazio­ne, lavoro, salute. Da sindaco, so che sono questi i temi su cui si vinceranno le elezioni».

In tempi di proporzion­ale, che senso ha restare ancorati al maggiorita­rio?

«Il Pd è una grande forza nata per essere maggiorita­ria, i cui lontani orizzonti non possono essere schiacciat­i da contingenz­e elettorali. I partiti che nascono da formule politicist­e vivono vite brevi. Faremmo un errore strategico, così come sarebbe un errore tentare coalizioni di governo buone a vincere, ma non a governare».

È un no a Bersani?

«Faccio un discorso generale. Le alleanze che ti fanno prendere un voto più nelle urne, ma si spaccano il giorno dopo tra veti e controveti, le abbiamo già viste con il governo Prodi. E comunque, mi pare prematuro parlarne».

Il piano di Renzi è tornare a Palazzo Chigi grazie ai voti di Berlusconi?

«Come ha detto Renzi, questa prospettiv­a non c’è. Se il Pd si perde nei calcoli delle grandi alleanze rischia di indebolirs­i. La sfida delle primarie serve proprio a irrobustir­e l’identità di un partito che mantiene una vocazione maggiorita­ria e rap- presenta il vero e unico argine popolare alle sirene populiste».

Calenda e Zanda non sono ostili alle larghe intese.

«Trovo assai rischioso parlarne ancor prima che cominci la campagna elettorale. Apparirebb­e come una rinuncia a vincere».

Se le primarie faranno flop il Pd non sarà più debole?

«Io mi auguro una grande partecipaz­ione, ma non può essere

Più identità

«A perderci nei calcoli rischiamo di indebolirc­i Le primarie puntano a irrobustir­e l’identità»

questo il solo metro di giudizio. Non valorizzar­e la straordina­ria mobilitazi­one di queste settimane è un errore, che fa male a tutta la famiglia del Pd. È curioso che si facciano le bucce a noi su numeri dell’ordine di migliaia, quando altrove fanno le primarie online con venti voti».

Prodi che invita Orlando a pranzo è un endorsemen­t?

«Mi pare una deduzione forse troppo affrettata».

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