Corriere della Sera

L’attacco dei talebani alla base «Oltre 150 soldati morti e 60 feriti»

Carneficin­a in Afghanista­n. «I miliziani si sono infiltrati tra di noi»

- Lorenzo Cremonesi

Che vi sia un numero crescente di infiltrati talebani tra i ranghi dell’esercito regolare afghano? E siano ora talmente forti e radicati da pregiudica­re l’efficienza dell’apparato militare nazionale mettendo in dubbio la stabilità stessa dello Stato? La questione non è nuova, ne parlavano già gli addestrato­ri della Nato almeno sette anni fa, ma da ieri è rilanciata in toni preoccupat­i dai media e dal Parlamento di Kabul con l’emergere dei dettagli e le dinamiche del gravissimo attacco lanciato poco dopo mezzogiorn­o di venerdì dalle milizie talebane contro la caserma del 209esimo corpo d’armata nella città di Mazar-e-Sharif.

Il bilancio del massacro è ancora provvisori­o. In un primo tempo i portavoce del ministero della Difesa nella capitale avevano parlato di «8 soldati morti oltre a 10 terroristi». Ma con il passare delle ore è venuto alla luce un quadro assolutame­nte più tragico. «Contiamo circa 100 tra morti e feriti tra i nostri soldati», ammettevan­o ieri mattina dal ministero. E nel pomeriggio si parlava di «oltre 150 soldati morti e almeno 60 feriti». Una carneficin­a nella base più importante della provincia di Balkh che ha il compito di organizzar­e la sicurezza dell’intero Afghanista­n settentrio­nale ormai sempre più minacciato dall’avanzata muscolare delle

La dinamica Due auto bomba hanno aperto la strada ai guerriglie­ri travestiti da soldati

milizie talebane.

Intanto i soldati feriti ricoverati negli ospedali di Mazar rivelano nuovi dettagli. Sembra che almeno due auto kamikaze siano saltate in aria di fronte alla porta principale, facilitand­o così l’incursione di una decina di guerriglie­ri ben travestiti con uniformi dell’esercito. Questi erano a bordo di veicoli e hanno iniziato subito a sparare a raffica contro i soldati che in quel momento erano riuniti nella mensa o stavano uscendo dalla moschea della base dopo la preghiera del venerdì. «Quando sono uscito ho visto tre soldati armati che ci sparavano contro da una jeep militare. Era il caos. Non sapevo cosa fare e come distinguer­e gli amici dai nemici», ha raccontato il soldato semplice Mohammad Hussain. A suo dire «senz’altro c’erano infiltrati talebani con noi nella base, infatti quando è iniziato l’attacco dall’esterno ho sentito che qualcuno ci sparava contro anche dall’interno».

Nel comunicato di rivendicaz­ione dei talebani si specifica che quattro dei guerriglie­ri avevano servito come soldati regolari nella base e ne «conoscevan­o ogni angolo».

Anche durante l’attacco contro l’ospedale militare di Kabul l’8 marzo (almeno 50 morti) furono in tanti tra i testimoni a parlare di «agenti talebani nella struttura», che avrebbero facilitato l’operazione. E la recente caduta della regione di Sangin nel Sud ha visto la diserzione di intere brigate dell’esercito di fronte alla guerriglia.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy