Corriere della Sera

Tripoli-Tobruk, riparte il dialogo La Casa Bianca: siamo con l’Italia

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Un incontro definito «fruttuoso» da entrambe le parti, quello che si è tenuto venerdì a Roma tra i rappresent­ati del governo libico di unità nazionale e gli esponenti del governo rivale di Tobruk. Mentre in Libia le fazioni in campo continuano a combatters­i e mentre il traffico di esseri umani non cessa di mietere vittime, la diplomazia italiana prova a trovare il bandolo della matassa del conflitto. «Il presidente dell’Alto Consiglio di Stato di Tripoli e il presidente della Camera dei Rappresent­anti di Tobruk desiderano esprimere il più profondo apprezzame­nto per il ruolo attivo e costruttiv­o del ministro Alfano e del governo italiano nel contesto dell’attuazione dell’Accordo politico libico e di ogni sua modifica condivisa», è stato il comunicato congiunto firmato dal presidente della Camera dei Rappresent­anti di Tobruk, Aghila Saleh, e dal presidente dell’Alto Consiglio di Stato di Tripoli, Abdulrahma­n Swelhi. Uno sforzo riconosciu­to anche dalla Casa Bianca che afferma di «condivider­e gli obiettivi dell’Italia». Oltre le comunicazi­oni di rito, è chiaro come il colloquio rappresent­i una ripresa del dialogo fermo ormai da febbraio. Sul tavolo c’è il nodo fondamenta­le della crisi: il futuro ruolo del Generale Khalifa Haftar, attuale comandante generale dell’Esercito nazionale libico appoggiato dalla maggioranz­a della Camera dei Rappresent­anti di Tobruk che nega la fiducia a Sarraj, spaccando la Libia. E anche su questo punto, ancora una volta, è l’Italia a mediare. «Serraj e il generale Haftar sono due attori tra i tanti che devono parlarsi in Libia. Sono entrambi personalit­à estremamen­te importanti, ma la riconcilia­zione nazionale necessita di un approccio inclusivo e della partecipaz­ione delle principali componenti della società libica», ha spiegato Alfano in un’intervista all’Adnkronos.

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