Quelli che possono cambiare le cose
La famiglia Trump e Putin, papa Francesco, Neymar e Alessandro Michele I 100 protagonisti di Time (nel bene o nel male)
Una vasta rappresentanza della famiglia Trump (oltre a Donald, la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner) e della sua Amministrazione (da Steve Bannon definito chief narrative officer a «cane pazzo» Mattis, il capo del Pentagono), ma un solo leader religioso: papa Francesco. La lista dei 100 personaggi più influenti del mondo stilata anche quest’anno da Time, premia la politica, mentre lascia poco spazio non solo alla cura delle anime, ma anche al mondo della tecnologia e allo sport (ci sono solo il calciatore Neymar, un campione del basket, LeBron James, e Tom Brady per il football americano). La rivista, che sceglie protagonisti «capaci di cambiare le cose nel bene come nel male» (c’è anche Rodrigo Duterte, feroce presidente filippino), afferma di voler premiare gli innovatori che, a quanto pare, non arrivano più dalla Silicon Valley: tra i 100 troviamo Bezos di Amazon (che è di base a Seattle) e il capo di Snapchat, Evan Spiegel, ma nessuno di Google, Facebook, Apple o degli altri giganti digitali.
Un solo italiano, il designer di Gucci Alessandro Michele. Ripresi con immagini luminose, pop, con forti contrasti di colore, dal fotografo Miles Aldridge, soprattutto per le cinque copertine che sono riservate a due attori (Viola Davis e Riz Ahmed), un cantante (John Legend) e a una filantropa (Melinda Gates), oltre che a Jeff Bezos.
Interessanti gli accoppiamenti coi personaggi scelti per scrivere mini biografie. Quella del presidente russo Vladimir Putin è del suo predecessore Mikhail Gorbaciov. Non proprio un elogio: la Russia sta affondando, le promesse di Putin sono vuote, senza democrazia il Paese non risorgerà. Molto più generoso lo speaker della Camera Paul Ryan col presidente Trump. È andata bene anche a Ivanka: il ritratto l’ha fatto la sua grande amica Wendy Murdoch, ex moglie di Rupert. In agrodolce, invece, il giudizio su suo marito dato dal grande vecchio della politica estera Usa, Henry Kissinger: «Kushner ha doti e vantaggi che lo aiuteranno, ma è difficile volare vicino al sole».