Corriere della Sera

IL RECORD DI ASSENTEIST­I PER LA MUNICIPALI­ZZATA DEI RIFIUTI A ROMA

- di Sergio Rizzo

Mille dipendenti dell’Ama ogni giorno non si presentano dunque al lavoro. E siccome il personale della municipali­zzata che a Roma si occupa dei rifiuti ne conta 7.927, ciò significa che da questo numero bisogna sottrarne il 12,6 per cento. Le dimensioni dell’assenteism­o sono state rese note ieri dal Messaggero. Ma la notizia ancora più grossa è che non è cambiato assolutame­nte nulla. Se i numeri sono quelli pubblicati dal quotidiano romano, sono più o meno gli stessi di sempre. Ed è avvilente scoprire che nemmeno con la giunta della trasparenz­a e della triplice onestà le cose non siano diverse. Intendiamo­ci: i problemi dell’Ama, come di tutte le municipali­zzate della Capitale, sono particolar­mente gravi. Con patologie che vanno ben oltre il puro e semplice assenteism­o. Basterebbe ricordare che ben 1.600 dipendenti su meno di 8 mila hanno diritto ai benefici previsti dalla legge 104, quella che consente di dedicare tre giornate lavorative al mese ai congiunti infermi anziché all’azienda. Un numero superiore a quello di tutti gli assunti nell’ondata del 2008-2010 (1.518), con una incidenza sulla forza lavoro valutabile nel 20 per cento contro una media dell’1,5 nell’universo delle aziende private. E a 400 di loro quel beneficio è riconosciu­to in misura doppia. Per non parlare dei 1.200 certificat­i di inidoneità al lavoro. Cifre indicative di una tolleranza consociati­va fra politica, burocrazia e sindacato ai limiti della complicità, che ha contribuit­o a ridurre la reputazion­e della città più bella del mondo in quella della capitale più sporca d’Europa. Incidere un simile bubbone non sarebbe stato facile per nessuno. Ma almeno provarci sarebbe stato doveroso. Resta il fondato sospetto che non sia avvenuto nemmeno questo.

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