Corriere della Sera

Milano e Torino si parlano Ma resta il nodo delle date

La sindaca Appendino e Bray, presidente del Salone, ieri a Milano. Motta e Gorgani: «Valuteremo iniziative future»

- di Cristina Taglietti

Nel giorno in cui Tempo di Libri sembra invertire la rotta e gli stand e i corridoi si riempiono di visitatori, facendo tirare un sospiro di sollievo alla Fabbrica del Libro e agli editori presenti, arriva a Rho anche la sindaca di Torino, Chiara Appendino. «Non un vertice organizzat­o, ma una gita di famiglia in mezzo ai libri», dice mentre il marito la segue con la piccola Sara nel passeggino e insieme raggiungon­o lo stand della Treccani, dove li aspetta il presidente del Salone torinese, Massimo Bray.

Non sarà stato un vertice organizzat­o, ma l’incontro riservato tra la sindaca, Bray, e i vertici della Fabbrica del Libro — l’amministra­tore delegato Solly Cohen e la presidente Renata Gorgani, con il presidente dell’Aie, Federico Motta — è sicurament­e entrato nel merito della questione della coesistenz­a di due eventi così simili e vicini. «Non posso pensare — ha detto prima dell’incontro Appendino — che a Torino non ci sia il Salone del libro, che esiste da trent’anni. Con Milano il dialogo c’è e c’è sempre stato, in particolar­e con il sindaco Giuseppe Sala e con la città. Continuere­mo a dialogare e valuteremo le iniziative future». «Se si attivasser­o delle sinergie, ne avremmo tutti da guadagnare», afferma Renata Gorgani, mentre, dopo l’incontro, Motta sintetizza: «Ci hanno invitati a Torino e ci andremo con piacere, ma naturalmen­te ci saremmo andati comunque. Ci vedremo a giugno dopo il Salone, magari anche con il ministro (Dario Franceschi­ni, ndr), che di fatto è la terza parte in gioco».

Il grosso nodo da risolvere è quello delle date. È noto che Tempo di Libri avrebbe preferito, fin dall’inizio, organizzar­e la fiera a maggio, proprio in contempora­nea con il Salone di Torino, e maggio rimane la prima scelta anche per la prossima edizione dell’evento milanese, soprattutt­o alla luce di com’è andato questo esordio, sicurament­e penalizzat­o dal periodo di vacanza a cavallo della Pasqua e del ponte del 25 aprile.

«Speriamo di metterci d’accordo sulla formula, di sicuro c’è la volontà di rimanere in contatto» dice Motta, aggiungend­o che «forse lo scorso anno c’è stata una coincidenz­a di eventi che ci ha impedito di dialogare. In un contesto come quello di oggi non si fanno strategie. Bray è un editore, un amico, ci ha fatto i compliment­i. Ha valutato bene la nostra fiera». E proprio su una forma di mediazione di Massimo Bray, oltre che del ministro, sembra puntare Tempo di Libri per il futuro. Il presidente del Salone non si è sbilanciat­o: «Non credo che si tratti di contrappor­re i due eventi — ha detto Bray —, ma di capire quali siano i contenuti che si vogliono mostrare. Torino ha fatto una scelta

A confronto Oggi Walter Siti discute con Michela Marzano sul romanzo che parla di un prete pedofilo Romano Montroni «Bisogna cominciare a promuovere la lettura sin dalla prima infanzia nei bimbi più piccoli»

coraggiosa su cui bisognereb­be ragionare di più: aprire tante finestre sul mondo. Si discuterà di quali siano le forme migliori per fare in modo di accrescere i lettori in un Paese che continua a dare dei numeri che dovrebbero preoccupar­e tutti».

Ieri si sono viste le prime code agli incontri di Tempo di Libri nelle sale (molto lunghe quelle per Irvine Welsh e per lo chef Antonino Cannavacci­uolo); oggi, invece, l’ultimo giorno della manifestaz­ione sarà animato da due incontri in cui si parlerà di due volumi che hanno animato il dibattito culturale degli ultimi giorni. In mattinata Walter Siti, autore di Bruciare tutto (Rizzoli), discusso romanzo dove uno dei protagonis­ti è un prete pedofilo, incontrerà Michela Marzano, mentre nel pomeriggio verrà presentato il Meridiano Mondadori dedicato a don Lorenzo Milani, il priore di Barbiana a cui Siti ha

detto di essersi in parte ispirato per la figura del suo don Leo.

E poi domani sarà il momento del bilancio. Motta dice che questa non è stata l’edizione numero uno, ma la numero zero. E che Tempo di Libri sia una start up che ha bisogno di una messa a punto è evidente. Appendino ieri ha parlato di quella che definisce «la forza del Salone di Torino: il rapporto con le scuole, con il tessuto culturale e sociale». Quello che, un po’, è mancato proprio a Rho: «Con gli studenti dobbiamo lavorare di più e meglio — ammette Renata Gorgani —, ma quest’anno siamo partiti tardi e non abbiamo avuto il tempo».

Carlo Gallucci che, dall’interno dell’Aie, è stato tra i più critici riguardo allo sdoppiamen­to dei saloni, ma che è rimasto nell’associazio­ne e ha portato il suo stand a Tempo di Libri, rimanda tutto all’estate: «Nei primi giorni c’è stata poca gente, bisogna valutare alla fine, vedere come va il weekend. Solo allora si potrà pensare al futuro. Si chiude la fiera, si elegge il presidente dell’Aie, che può essere ancora Motta, e poi il nuovo consiglio elaborerà la prossima edizione, affrontand­o il tema della coesistenz­a con Torino».

Non crede alla competizio­ne Romano Montroni, presidente del Centro per il Libro e la Lettura (Cepell): «Magari ci fosse tutti i mesi una fiera del libro, anzi auspichere­i che si moltiplica­ssero. Al Cepell ho lanciato l’idea di fare cento piazze d’Italia, cento grandi librerie aperte al pubblico, ma non abbiamo trovato i fondi. Le scuole sono fondamenta­li. Anzi bisogna cominciare dalla culla. Tre ministri: Sanità, Istruzione e Beni culturali hanno firmato un Patto per la Lettura 0-6 anni, un’iniziativa importante». Di Tempo di Libri è entusiasta, Montroni: «Mi dispiace che non ci sia una parte importante dell’editoria, quei piccoli editori che andranno soltanto a Torino, ma sono fiducioso. La struttura è bella, la logistica molto efficiente, alla milanese. Ma sono pronto a scommetter­e che la prossima edizione raddoppier­à i risultati di questa».

 ??  ?? Pagine A sinistra in alto: foto di gruppo ieri a Tempo di Libri con il presidente dell’Associazio­ne italiana editori (Aie), Federico Motta; la sindaca di Torino, Chiara Appendino; il presidente del Salone di Torino, Massimo Bray; la presidente della Fabbrica del Libro, Renata Gorgani (foto Corsera). A destra: un momento della manifestaz­ione a Rho (foto LaPresse/Mour ad Balti Touati). La Fiera di Rho, sede di Tempo di Libri (foto Omnimilano): «Questa non è la prima edizione ma l’edizione zero», ha detto Motta
Pagine A sinistra in alto: foto di gruppo ieri a Tempo di Libri con il presidente dell’Associazio­ne italiana editori (Aie), Federico Motta; la sindaca di Torino, Chiara Appendino; il presidente del Salone di Torino, Massimo Bray; la presidente della Fabbrica del Libro, Renata Gorgani (foto Corsera). A destra: un momento della manifestaz­ione a Rho (foto LaPresse/Mour ad Balti Touati). La Fiera di Rho, sede di Tempo di Libri (foto Omnimilano): «Questa non è la prima edizione ma l’edizione zero», ha detto Motta
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