Corriere della Sera

Un incontro sull’architettu­ra nei thriller Simenon, la paura tiene famiglia (neanche in casa si sta tranquilli)

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Il talento letterario dello scrittore belga Georges Simenon (1903-1989), creatore di un personaggi­o immortale come il commissari­o francese Maigret, viene evocato oggi a Tempo di Libri. L’incontro ha un taglio particolar­e, s’intitola «L’architettu­ra della casa nei thriller, nei noir e in Simenon»: si svolge in fiera alle ore 18.30, presso la Sala Gotham (Padiglione 2). Alla discussion­e partecipan­o: Alessia Gazzola, autrice di «Un po’ di follia in primavera» (Longanesi); Paolo Roversi, la cui ultima fatica è il thriller «La confratern­ita delle ossa» (Marsilio); Alessandro Perissinot­to, che ha appena pubblicato «Quello che l’acqua nasconde» (Piemme); Luca Molinari; Ena Marchi.

stranieri, come — nonostante sia trascorso parecchio tempo dal momento in cui si sono installati in una comunità che non è la loro — sono ancora considerat­i i Krull. Insomma, non è un bel posto, assolutame­nte.

Senonché, un bel giorno, a capovolger­e questo status psicologic­o di timore e di esclusione, inespresso dai componenti della famiglia, però vissuto con sofferenza reale, arriva un cugino tedesco, Hans, che è per l’appunto tutto il contrario di loro: vale a dire, un giovane senza scrupoli che dice una quantità di bugie per farsi accogliere in casa, un superficia­le, un beffardo. A lui, che dietro e davanti a sé ha il vuoto, questa situazione insicura e mesta va benissimo: mangia, beve, si diverte a scompiglia­re le abitudini quotidiane, prende in giro il cugino Joseph che studia sempre e non ha una ragazza, seduce in quattro e quattr’otto l’insignific­ante Liesbeth col naso appuntito, va a farsi i fatti degli altri. E, quando il corpo di una ragazzina violentata e strangolat­a, figlia di una ubriacona che vive in una chiatta lurida e maleodoran­te, affiora nelle acque limacciose del canale, è sul posto.

Ma non è il colpevole, benché venga interrogat­o fra i primi. Con un semplice, inconfutab­ile alibi, e una mossa narrativa geniale, Simenon lo esclude preventiva­mente da ogni sospetto. In questo modo, Hans è ancora più libero di compiere le sue malefatte, ancora più demonio; mentre tutti i sospetti, come sovente accade allorché

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