Corriere della Sera

De Laurentiis blinda Insigne e pensa al titolo

- Filippo Bonsignore Monica Scozzafava

Grinta Max Allegri, 49 anni, alla terza stagione con la Juventus (Epa)

una palla toccata nel modo giusto, nel momento giusto, anche per un minuto, può valere un campionato o una coppa».

Allegri in ogni caso ripete il concetto: «Dopo Barcellona, sembra che la Juve abbia già vinto Champions, campionato e Coppa Italia, ma non è così. Stiamo facendo un percorso importante ma questo non deve portare troppa esaltazion­e ed euforia». La parola giusta è equilibrio, «che ti porta a centrare gli obiettivi». Ed equilibrio

ci sarà anche nel turnover, più pronunciat­o in difesa (Buffon, ancora una volta, riposerà), meno in attacco dove Higuain, Dybala e Mandzukic saranno al loro posto. L’unico dubbio riguarda Cuadrado, uscito acciaccato dalla notte europea, mentre Marchisio sostituirà lo squalifica­to Pjanic. «Il futuro? Il contratto non è la priorità — assicura Max —, ne ho uno e alla Juve sto benissimo».

Lorenzo Insigne e Aurelio De Laurentiis firmano in diretta tv il contratto più lungo e anche più oneroso per il club: l’attaccante napoletano si è legato alla squadra della sua città fino al 2022, con un ingaggio di 4,5 milioni l’anno. «Spero di non togliere mai questa maglia — ha detto il giocatore — e di vincere qui qualcosa di importante». Il presidente sfodera orgoglio e obiettivi: «Lorenzo gioca un calcio unico. Con noi è diventato uomo, è la nostra bandiera». Il sogno dello scugnizzo che da piccolo aiutava il papà al mercato per comprare le scarpette da calcio si è avverato; De Laurentiis aspetta ora il «sì» (più complicato) di Mertens e programma lo scudetto per il prossimo anno. Ma Sarri frena: «Un club che ha il 5° fatturato della serie A non può pianificar­e lo scudetto: vincerlo sarebbe una poesia da calcio d’altri tempi».

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