Marquez si gioca tutto e inizia dalla pole
Vince il duello con Viñales sfruttando anche la scia di Rossi che oggi può approfittare di questa nuova rivalità
Dei ventidue piloti che oggi andranno alla scoperta delle Americhe, ce n’è uno che parte con doppia pressione sulle spalle: è Marc Marquez, l’uomo che sembrava avere eletto la MotoGp a proprio regno per il prossimo decennio non fosse che Maverick Viñales ha deciso di salire su una Yamaha. Sotto la pressione del nuovo fenomeno, MM si trova già a -37 dopo due gare e oggi, sulla sua pista preferita, si gioca un bel pezzo di stagione. A Austin infatti l’hondista ha vinto 4 volte su 4, cioè sempre da quando la pista ha aperto alle moto: se Marquez dovesse finire dietro Viñales pure qui, la botta sarebbe tremenda e quasi definitiva perché la storia dice che bisogna tornare al 1952 per trovare un campione del mondo partito peggio di Marquez: Umberto Masetti, che fece doppio zero al via.
Marquez, consapevole dello stato di emergenza, ieri ha reagito forte prendendosi la pole position al termine di una battaglia esaltante. Due volte ha alzato l’asticella, due volte Viñales non è riuscito a rispondergli finché, al terzo tentativo, si è preso il primato provvisorio con un giro mostruoso: «Pensavo di avercela fatta», avrebbe detto dopo. Invece no. Perché Marquez — agevolato anche dalla scia dell’alleato inimmaginabile, cioè Rossi che gli stava davanti — ha spiccato l’ultimo colpo di reni e ha difeso il suo regno per appena 130 millesimi. Quanto basta per farlo sorridere e dire: «Sto recuperando il vecchio feeling». La morale è così chiara: oggi, considerato anche il passo gara mostrato nelle prove, tra i due spagnoli sarà un Sul palco, al posto della squadra, una bandiera kazaca. E al posto degli applausi un minuto di silenzio assoluto. Così ieri, davanti al Palazzo dei Vescovi, la Liegi-Bastogne-Liegi ha reso omaggio a Michele Scarponi, che fu 4° nel 2003. La sua Astana, in lutto, non ha partecipato alla presentazione della Liegi-Bastogne-Liegi ma sarà in gara oggi lungo i 258 km della super classica che chiude la stagione belga. Com’è accaduto già a Fiandre e Amstel Gold Race, anche il tracciato della 103ª Liegi è stato rivisto dagli organizzatori con l’inserimento di un trio di salite ravvicinate (côtes de Pont, Bellevaux e Ferme Libert) a 100 km dalla fine per sgranare il gruppo prima delle tradizionali côtes conclusive. Dopo la superba Freccia Vallone di mercoledì scorso, Alejandro Valverde (foto) è il grandissimo favorito. Dovesse vincere, lo spagnolo raggiungerebbe Moreno Argentin a quota 4 successi e si collocherebbe solo un gradino sotto Eddy Merckx. A sfidarlo, su tutti, il polacco Kwiatkowski e l’irlandese Poleman Marc Marquez in azione con la sua Honda sul circuito di Austin davanti a Barbera e Rins: per lui è la seconda pole position consecutiva dopo quella in Argentina (Ap)
duello straordinario, perché se il padrone di casa è deciso a tenersi le chiavi del circuito texano, «il vicino — come ha detto il team principal della Honda, Livio Suppo — ha bussato forte».
Di questa nuova e feroce rivalità potrebbe approfittare Valentino Rossi. Lui in quel magnifico giro finale si è preso il 3° posto Valentino, terzo tempo: «Sono contento, adesso mi trovo bene con la moto»
e, benché a 9 decimi dal leader, una prima fila incoraggiante: «Sono contento — ha detto infatti —. Sapevo che con un giro pulito avrei potuto fare bene, perché mi trovo bene con la moto». E proprio questo è il dato più importante: Rossi ha vissuto il miglior weekend da inizio stagione e, se tanto ci dà tanto, è in rotta almeno per un altro podio.
Archiviato con una stretta di mano un piccolo screzio in pista Rossi-Viñales dovuto a un’incomprensione sulle traiettorie, c’è da sottolineare la piccola rinascita di Lorenzo, 6° dietro Pedrosa e Zarco ma davanti
al compagno di Ducati Dovizioso. Vedremo se è un caso o un vero segnale di ripresa.
Intorno a tanta qualità tecnica restano per oggi alcune incognite legate all’asfalto pieno di buche e alla temperatura insolitamente bassa: il fastidioso mix ieri ha provocato numerose cadute, una delle quali ha condotto all’ospedale Rins con un polso rotto. Lo spagnolo della Suzuki, ahilui, non correrà. Sfortuna doppia, perché questa, all’apparenza così spettacolare e decisiva, era proprio una gara da non mancare.
Fiducioso