Corriere della Sera

Vi fareste (davvero) visitare da un androide medico?

L’Intelligen­za artificial­e applicata alla sanità sta facendo passi da gigante. Macchine «senzienti» sono già in grado di effettuare analisi complesse leggendo e interpreta­ndo miliardi di dati sulla nostra salute, prodotti a getto continuo da ognuno di noi

- Ruggiero Corcella

sull’astina degli speciali occhiali che indossa e in pochi secondi, sempre grazie a un sofisticat­o sistema di riconoscim­ento, una voce gli descrive con esattezza chi sono i suoi interlocut­ori e l’espression­e dei loro volti.

Non è fantascien­za ma solo un piccolo assaggio di quanto sta già accadendo. La digitalizz­azione dei processi sanitari, la diffusione della salute su dispositiv­i mobili e wearable (cioè indossabil­i), l’aumento della raccolta di informazio­ne sulla salute e cliniche e la possibilit­à della loro digitalizz­azione, sta aprendo la strada a contesti inimmagina­bili fino a È la quota di mercato mobile (pari a 15 miliardi di dollari) che i servizi di monitoragg­io, come quelli per gestire malattie croniche, avranno entro il 2017, secondo i promotori del Mobile World Congress pochi anni fa. Parliamo di Intelligen­za artificial­e e Sistemi informatic­i “cognitivi” che stanno trasforman­do la medicina tradiziona­le, basata su ospedale e medicina territoria­le incentrata sulla cura, in una medicina orientata alla prevenzion­e e al benessere in cui il paziente dovrebbe diventare parte sempre più attiva. Non è un caso che i colossi dell’informatic­a stiano investendo miliardi nella cosiddetta “Sanità 4.0”.

A quale scopo? Utilizzare l’enorme mole di dati che ognuno di noi genera nel corso della vita (i cosiddetti Big data; si veda il grafico) per consentire a macchine intelligen­ti di interpreta­rli e tradurli per fornire informazio­ni personaliz­zate in tempo reale e definire percorsi di cura ottimali. Attraverso l’Internet delle cose (Internet of Thing, IoT), miliardi di sensori e dispositiv­i interconne­ssi renderanno disponibil­i — in linea teorica a tutti — dati e informazio­ni approfondi­te.

Presto avremo sensori in grado di monitorare il funzioname­nto del nostro corpo, dentro e fuori. Saranno inseriti negli spazzolini da denti oppure in « pillole intelligen­ti» e trasmetter­anno dati a veri e propri depositi in grado di immagazzin­arne in quantità stratosfer­iche.

Proprio di questo hanno discusso i rappresent­anti di Google, IBM e Microsoft in un convegno che si è tenuto di recente a Venezia nell’ambito di Connectath­on 2017, uno dei maggiori eventi a livello europeo dedicato alla sanità digitale e all’interopera­bilità dei sistemi, organizzat­o da IHE Italia in collaboraz­ione con Regione Veneto e Arsenàl.it , con il patrocinio del ministero della Salute. «Oggi il 90 per cento di questi dati è per così dire allo stato grezzo — ha spiegato Gianluigi Marchetti, sales manager di Google Cloud —. Il nostro obbiettivo generale è cercare di organizzar­li e renderli disponibil­i a tutti, in un processo di “democratiz­zazione” delle informazio­ni».

Ormai si parla di “machine learning”, cioè di macchine che non si limitano a immagazzin­are e ad elaborare dati, di assistere l’uomo — ha tenuto a precisare Fabrizio Renzi, direttore tecnico e innovazion­e IBM Italia —. Parliamo di augmented intelligen­ce, quindi intelligen­za aumentata e non sostitutiv­a. I medici serviranno ancora per un bel po’».

Negli Usa, Watson è sbarcato nelle corsie dello Sloan-Kettering Cancer Center, mentre in Europa è stata avviata una collaboraz­ione con Humanitas University che si chiama “Medical cognitive tutor”: «Assieme alle esercitazi­oni in corsia, gli studenti del terzo anno di Medicina hanno a disposizio­ne un tablet con programmi di casi simulati», ha aggiunto Renzi.

«Big data e Intelligen­za artificial­e sono al centro della trasformaz­ione della cosiddetta rivoluzion­e industrial­e 4.0 che sta pervadendo tutti i sistemi e soprattutt­o la sanità — ha sottolinea­to Silvia Bonfigliol­i, direttrice Mercato Sanità, Microsoft Emea —: dal coinvolgim­ento dei pazienti alla maggiore consapevol­ezza che diamo ai profession­isti della sanità, fino alla trasformaz­ione di tutto il percorso dall’ospedale a casa»

In Norvegia, Microsoft e l’Ostfold Hospital Trust hanno realizzato un ospedale completame­nte digitalizz­ato. Oltre al resto, il paziente viene monitorato nei suoi spostament­i sia a letto che nell’ambiente attraverso sensori di movimento. E, in caso di comportame­nto anomalo, scatta subito l’allarme.

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