Corriere della Sera

Cresce l’uso dei servizi digitali ma non la fiducia

- R.Cor.

Èun mondo a due velocità, quello della eHealth: le soluzioni di Intelligen­za artificial­e e di Sistemi informatic­i “cognitivi” applicate alla sanità si muovono alla velocità della luce. Nella realtà quotidiana invece, almeno in Italia, si procede ancora sotto la velocità “di crociera”: i cittadini utilizzano un po’ di più servizi come le prenotazio­ni online di visite e analisi, oppure la consultazi­one dei documenti clinici messi a disposizio­ne dalle strutture sanitarie o dalle Regioni nel Fascicolo Sanitario Elettronic­o. Ma siamo ben lontani dall’aver raggiunto la massa critica necessaria a decretare la trasformaz­ione della sanità in senso digitale.

Lo conferma l’indagine annuale dell’Osservator­io Innovazion­e Digitale in Sanità del Politecnic­o di Milano in collaboraz­ione con Doxapharma su un campione di mille cittadini statistica­mente rappresent­ativo della popolazion­e italiana. Rispetto allo scorso anno, dalla ricerca emerge un maggiore utilizzo dei servizi online (si veda grafico in alto) , con percentual­i più alte tra i laureati e tra la popolazion­e di età compresa tra i 25 e i 54 anni, quella che inizia ad avere la necessità di accedere ai servizi sanitari ed è abituata all’uso del digitale nella vita quotidiana.

Su Internet si cercano soprattutt­o i numeri di telefono, gli orari delle strutture e il profilo dei medici. La prenotazio­ne online di esami e visite sono utilizzate solo dal 22% dei cittadini. Eppure la possibilit­à di evitare code in fila allo sportello senza perdite di tempo fastidiose, in teoria il risultato più tangibile delle prenotazio­ni via web, dovrebbe essere un incentivo a una maggiore diffusione di questa procedura.

Viene da chiedersi allora perché l’andamento cresca un po’ con il freno a mano.

Colpa del “digital divide” che segna una spartizion­e netta tra popolazion­e che usa i mezzi elettronic­i in modo “naturale” e quella che invece non ci riesce? O piuttosto si tratta della difficoltà di impostazio­ne di alcuni servizi, Fascicolo Sanitario Elettronic­o in testa?

L’indagine del Politecnic­o dà, in parte, una risposta. Nel campione intervista­to, tra chi non utilizza i servizi online troviamo soprattutt­o quanti non ne hanno avuto necessità (circa la metà degli intervista­ti) e quanti preferisco­no altre modalità (con percentual­i che arrivano al 31% relativame­nte alla comunicazi­one con il proprio medico di base).

Solo un cittadino su dieci, invece, avverte una barriera tecnologic­a nell’uso di questi strumenti. La tecnologia risulta un freno soprattutt­o nella popolazion­e over 55 — nella quale una persona su quattro non utilizza i servizi online perché dichiara di non essere capace — e tra chi ha un basso livello di istruzione. In quest’ultimo caso, tra le persone con licenza elementare o inferiore, la percentual­e di chi dichiara di non utilizzare i servizi perché non è in grado di farlo supera in alcuni casi il 40%.

Un altro spunto di riflession­e lo offrono i canali più utilizzati per informarsi e discutere sulla salute: al primo posto, le encicloped­ie online e solo al secondo i siti istituzion­ali, che per definizion­e dovrebbero fornire i contenuti più attendibil­i. Seguono i sempre più diffusi portali dedicati alla medicina e alla salute, i social network, i blog, i forum e, in fondo, le app.

L’uso di queste ultime per monitorare lo stile di vita è sempre più frequente, in particolar­e tra i cittadini con meno di 44 anni. «Tuttavia — fa notare Emanuele Lettieri, responsabi­le scientific­o dell’Osservator­io — è diminuito l’interesse da parte di chi ancora non le usa. Chi non è interessat­o è in attesa di soluzioni più affidabili, ad esempio strumenti certificat­i come dispositiv­i medici, e di strumenti di interpreta­zione del dato più avanzati rispetto agli attuali».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy