Più che misurare grammi e calorie, bisogna puntare su verdura, frutta, legumi e pesce azzurro
alle domande dei lettori relative alla nutrizione all’indirizzo
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nche quando il problema è il “fegato grasso” (steatosi epatica non alcolica) la dieta mediterranea è vincente. Lo conferma una ricerca pubblicata sul Journal of Nutrition Health and Aging. In questo studio, condotto all’Istituto “Saverio De Bellis” di Castellana Grotte (Bari), 98 adulti con steatosi epatica non alcolica, da moderata a severa, sono stati divisi in due gruppi: uno doveva seguire una dieta mediterranea a basso indice glicemico (particolarmente attenta alle fonti di carboidrati), l’altro continuava con una dieta
Cereali integrali e legumi (fibra, varie sostanze bioattive quali betaina e acido ferulico)
Verdura e frutta (polifenoli e carotenoidi)
prudente. Dopo sei mesi, nel gruppo della dieta mediterranea, e in particolare in chi era sotto i 55 anni, una riduzione del grado di steatosi è stata valutata con un’ecografia.
«I miglioramenti — commenta Alberto Osella, responsabile del Laboratorio di Epidemiologia
e biostatistica del De Bellis e coordinatore del team che ha condotto lo studio — confermano l’efficacia della dieta proposta che non prevedeva il controllo delle grammature o delle calorie, bensì la “tecnica” del semaforo: verdi i cibi consentiti (verdure, frutta
fresca non zuccherina, pesce azzurro, pasta integrale con verdura o legumi); gialli quelli da assumere con moderazione (latte e yogurt, carni bianche, pane integrale), rossi quelli da escludere (pasta e riso non integrali, pane bianco, carni rosse, insaccati, zucchero, dolci, bibite zuccherate). Erano previsti anche particolari accorgimenti: per esempio, per integrare il consumo, spesso inadeguato, di pesce azzurro, è stata inserita la portulaca, una pianta che fa parte delle nostre tradizioni e ha un buon contenuto di omega 3. La libertà di associazione e di composizione dei pasti ha indubbiamente favorito l’aderenza al regime alimentare, ma perché la dieta mediterranea è salutare anche per il fegato? «Perché — risponde Federico Salomone, gastroenterologo, coautore di una recente revisione sul tema su Liver International — è ricca di composti epatoprotettivi, in particolare i polifenoli (si veda tabella) grazie ai quali può contrastare non solo la steatosi, ma anche l’infiammazione e la fibrosi epatica che ne derivano e che in pazienti geneticamente predisposti possono condurre alla cirrosi. Ricordiamo che questa forma di cirrosi metabolica diventerà nei prossimi anni in Occidente la più frequente causa di trapianto epatico», Ingredienti per 4 persone :240gdi fusilli integrali, 160 g di filetti di sgombro sott’olio, 400 g di pomodori spellati, 80 g di cipollotti, 30 g di olio extravergine d’oliva, un cucchiaio di capperi sotto sale, 1 spicchio d’aglio, prezzemolo tritato. Preparazione : appassire la cipolla tritata con l’olio e uno spicchio di aglio intero (che poi verrà tolto). Aggiungere i pomodori (già scottati in acqua bollente) pelati, privati dei semi e spezzettati, e cuocere per 7-10 minuti. Mettere anche i filetti di sgombro sgocciolati e spezzettati, sale e pepe e i capperi (dissalati in acqua fredda). Condire con il sugo la pasta cotta al dente, aggiungendo prezzemolo tritato. Valore nutrizionale per porzione: proteine g 19, grassi g 13,5 (di cui saturi g 1,6), carboidrati g 54, energia kcal 407, fibra g 5
Ricetta dello chef Giacomo Insalata
Nutrizionista
Un piatto a base di ingredienti mediterranei tra cui il pomodoro, che deve il suo caratteristico colore rosso al licopene, un carotenoide caratterizzato da una potente azione antiossidante. È stato suggerito che questo carotenoide possa contribuire non solo a prevenire la steatosi e la fibrosi ma anche, sulla base di studi condotti su modello animale, il tumore epatico.