È giusto riconoscere il loro coraggio
Buongiorno. Brigata ebraica sì, Brigata ebraica no. Esisteva per caso una brigata cattolica? Dove sta la sua specificità? Nell’Olocausto? Il Memorial dell’Olocausto di Washington ha certificato che nei lager sono morti anche, e forse più «non ebrei» (omosessuali, prigionieri di guerra, zingari, disabili, malati mentali etc.). Grazie.
Ettore Napoli
Buongiorno. La distruzione del popolo ebraico era un obiettivo e un’ossessione di Hitler. Ebrei di ogni nazionalità combatterono contro di lui. È giusto e doveroso riconoscere il loro coraggio e ricordare le vittime della Shoah. Questo non toglie nulla alle altre vittime del nazismo.
CRISI ALITALIA
La vittoria del No al referendum Un Paese che vuole il No verso tutto e tutti è un Paese che sta prendendosi il grosso rischio di non cambiare. E questo in un mondo che muta a una velocità impensabile fino a pochi anni fa.
Walter Bongiorni
In altre occasioni il Paese ha cercato di salvare l’Alitalia. Dopo il No al referendum, un ulteriore salvataggio nazionale sarebbe ingiusto nei confronti dei lavoratori che hanno dovuto affrontare il fallimento delle loro aziende.
Renato Invernizzi
Non serve un altro referendum nazionale per decidere se salvare Alitalia. Dopo il fallimento di WindJet e di altre compagnie i dipendenti sono stati assorbiti da altre società. Toccherà anche ai dipendenti Alitalia, ma privi dei loro privilegi ormai senza senso.
Flavio Vinci
Ma che democrazia è questa se 10.000 persone decidono del sistema di trasporto aereo di una nazione? Il governo vada avanti lo stesso!
Maurizio Panciroli
È solo questione di tempo prima che la politica si inventi una fantasiosa scusa per intervenire: 10 mila voti (oltre a quelli dei familiari) fanno gola a tutti. Non a caso il sindaco di Roma è già intervenuto dicendo che i dipendenti hanno fatto bene.
Paolo Borghi Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579
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Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere
Caro Aldo,
si lamenta il calo delle nascite. Ma i figli costano. La questione è semplice: o si rinuncia all’esagerazione nel tassare il Paese, o si rinuncia ai figli. Ecco cosa voleva dire la madre dei Gracchi indicandoli come i suoi gioielli. Oggi non c’è lusso maggiore di un figlio.
Caro Gianni,
Sono convinto che la denatalità sia la grande questione dell’Italia di oggi. Anche perché comprende tutte le altre: la mancanza di lavoro, e la crisi di fiducia in noi stessi, nel Paese, nel futuro.
Ricevo molte lettere sul tema. Ma quasi tutte non sono preoccupate, anzi. Leggo che siamo già fin troppi, che l’Italia è piccola, montagnosa, invasa da immigrati; e di mocciosi viziati e rumorosi non si sente poi tutto questo gran bisogno. Mi pare la dimostrazione che in tanti si sono rassegnati al declino, se non all’estinzione.
È vero, oggi un figlio costa. Se gli aspiranti genitori guadagnano mille euro al mese e non hanno un lavoro fisso, come possono mettere su casa e famiglia? Resta da capire come ci riuscissero i nostri nonni e i nostri avi, che erano incomparabilmente più poveri ma di figli ne facevano; anche perché nella campagna povera i figli servivano, e molti se li portavano via malattie che oggi ci appaiono assurde (un mio bisnonno morì di otite, una zia di influenza), o guerre mondiali e civili che sembrano appartenere a un passato remotissimo. Eppure venivano al mondo più italiani durante la Grande Guerra che adesso.
È chiaro che ogni paragone con il passato è impossibile. Incantati dal ritornello secondo cui i figli staranno necessariamente peggio dei padri e dei nonni, abbiamo del tutto perso memoria del tempo in cui non ci si poneva il problema di rilanciare i consumi, perché la maggioranza degli italiani aveva da consumare poco o nulla. Lei però, caro Gianni, ha ragione su un punto. Lo Stato non fa quasi niente per sostenere le giovani coppie e aiutarle a fare figli. Per decenni politici di ogni confessione hanno parlato di famiglia e quoziente familiare, senza passare ai fatti. Sarebbe interessante conoscere nei dettagli, in vista delle elezioni, i programmi e gli impegni dei vari partiti. Consapevoli che non basta annunciare nuove spese; bisogna anche indicare dove si prendono i soldi.