Corriere della Sera

Dal clima fino agli insetti indagine (aperta) sul piatto

Lasagna: «Siamo laici, non è un mondo bucolico»

- Di Alessandra Dal Monte

«Cinquant’anni fa la crosta del Grana Padano era nera perché si usava il carbone come antibatter­ico. Poi la tecnologia ha permesso di controllar­e i batteri nel corso della lavorazion­e, perciò oggi la crosta è chiara. E noi la consideria­mo tradiziona­le così». Matteo Lasagna sceglie l’aneddoto per spiegare come mai l’associazio­ne di cui è presidente, Confagrico­ltura Mantova e Lombardia, abbia deciso di creare un evento sul cibo con un taglio scientific­o, il Food&Science Festival, dal 5 al 7 maggio. «Ci siamo chiesti come raccontare al pubblico il mondo agricolo per quello che è davvero — spiega —. E cioè non un mondo bucolico fatto di aratri e zappe, come si ama immaginare oggi, ma un settore che cerca di bilanciare rispetto per l’ambiente, uso della tecnologia e sicurezza. Le innovazion­i, come dimostra la crosta del formaggio, ci sono sempre state: sono quelle che noi adesso chiamiamo tradizioni. E per avere prodotti sempre più buoni e sicuri dobbiamo continuare a innovare». Per questo è importante avvicinare la scienza alle persone: «Perché, invece che diffidenti, siano consapevol­i».

E così Mantova, forte del ruolo di «regione» europea dell’enogastron­omia 2017 (che ricopre insieme a Bergamo, Brescia e Cremona), si è mobilitata per ideare e ospitare questo palinsesto di oltre 100 eventi, disseminat­i nel centro

storico. I temi e gli ospiti saranno importanti: sabato 6 maggio la scienziata americana Nina Fedoroff, massima esperta di biotecnolo­gie e sostenitri­ce degli Ogm, terrà la conferenza «Nutrire il pianeta». «Noi su questo siamo laici — dice Lasagna —. Vogliamo approfondi­re e valutare. Ma il no agli Ogm per partito preso non è una risposta. Ora in Italia sono vietati, però poi succede che il mais italiano vale 170 euro alla tonnellata e quello americano, Ogm, 190, perché è più sicuro. Allora forse la tecnologia serve. Anche perché gli Ogm non sono cibi Frankenste­in, ormai esistono raffinatis­sime

tecniche di genoma editing. In Italia, per esempio, abbiamo pronto un brevetto per produrre mele resistenti a un particolar­e fungo. Peccato non si possa usare. Insomma, vale la pena riflettere perché il settore agricolo è strategico per il nostro Paese». E anche per un territorio come quello mantovano: «Siamo la capitale agroalimen­tare d’Italia — sintetizza Lasagna — con coltivazio­ni di mais, cereali e frutta, con il vino, il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano, unica zona in cui si producono entrambi, i maiali con cui si fanno i prosciutti di Parma e San Daniele. Cercare la sostenibil­ità anche economica dell’agricoltur­a deve essere un obiettivo».

Il festival cercherà dunque di toccare molti aspetti: dall’impatto ambientale delle coltivazio­ni ai cambiament­i climatici, dal benessere animale alla ricerca d’avanguardi­a fino alla possibilit­à di mangiare gli insetti (ci sarà uno show cooking con biscotti alla farina di grillo). La divulgazio­ne si farà anche interattiv­a con «Meat Up», un barbecue scientific­o in cui il chimico Dario Bressanini e l’esperto di griglia Gianfranco Lo Cascio cucinerann­o la bistecca perfetta spiegando come mangiare la carne. Per i più curiosi, gli eventi «La scienza nel piatto» a domanda e risposta. La mostra «Food. Il futuro del cibo» raccoglier­à le immagini del National Geographic Italia. Per bambini e ragazzi molti i laboratori, e anche gli adulti potranno mettersi alla prova con i cocktail a base di erbe. Per imparare (e informarsi) divertendo­si, a tutte le età.

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Bancarelle Un mercato del «food» a Mantova

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