Corriere della Sera

Le super Ferrari volano Prima fila tutta rossa

Formula 1 A Sochi il Cavallino occupa la prima fila e completa l’attacco alla Mercedes Ora va forte anche in qualifica

- di Flavio Vanetti

Nove anni dopo, la Ferrari monopolizz­a la prima fila in qualifica: Vettel parte in pole nel Gp della Russia di oggi a Sochi. A fianco il compagno di squadra Raikkonen. Al terzo posto la Mercedes di Bottas, al quarto quella di Hamilton.

Sempre più su e in alto, là dove l’urlo di gioia di Sebastian Vettel («Yes, yes, yes». E poi: «Guidare questa macchina oggi è stato piacere», replica dello slogan trionfale del Bahrein) intercetta i sogni del popolo ferrarista. Dopo 166 Gp di lunga astinenza e dopo quasi nove anni di attesa, la Rossa sigilla di nuovo la prima fila con un 1-2 che tramortisc­e i campioniss­imi della Mercedes. Seb si riprende quello che aveva vissuto, e che poi purtroppo ha lasciato per imboccare sentieri diventati impervi, a Singapore 2015: la gioia di una pole position. «Sono al settimo cielo, ho guidato qualcosa di fenomenale».

Era stato l’ultimo ferrarista a centrarla ed è di nuovo lui a piazzarsi alla corda, per la partenza al palo numero 223 nella storia del Cavallino e la numero 47 del suo splendido curriculum. E Kimi Raikkonen, anche se dal secondo posto e non dal primo come quel giorno a Magny Cours, può rivivere le emozioni del Gp di Francia del 2008, luogo e anno della precedente doppietta, ormai dispersa nei meandri del passato. Siamo al golpe rosso… della Rossa, alla rivoluzion­e non d’ottobre di 100 anni fa ma a quella di fine aprile di un 2017 che promette la riscossa del Cavallino su tutti i fronti.

Era cresciuta a vista d’occhio la prestazion­e in gara — due vittorie e una terza sfuggita per combinazio­ni sfortunate sono lì a provarlo —, adesso l’attacco al fortino delle Frecce d’argento è completato e arricchito dallo scalpo della qualifica, una specie di affronto a chi al sabato, da tre stagioni, lasciava solo le briciole alla concorrenz­a. Se ci sono davvero bottoni magici, non servono o sono ridotti nell’efficacia. Se davvero c’è l’astuzia (messa al bando dal 2018, in ogni caso) di sfruttare l’olio per miscelare la benzina e dare più potenza, ecco, nemmeno questo basta. La SF70H, la Gina che sta davanti e lascia tutti dietro, è un preciso mix di virtù e di progettual­ità.

Può pagare ancora dazio sui tratti filanti, ma fa la differenza — qui, in particolar­e, avviene nel terzo settore, soprannomi­nato «il cubo» — dove entra in gioco la capacità di scaldare le gomme in maniera omogenea. Quello che era il difetto del 2016, oggi è un pregio. E Vettel sta interpreta­ndo l’operazione come un artista che pennella un capolavoro sulla tela. «Abbiamo una macchina e due piloti straordina­ri, e sottolineo due: è bello vederli sorridere» dice Maurizio Arrivabene, concedendo però il minimo all’esultanza: «È una grande qualifica, ma bisogna stare tranquilli: questa gioia dura poco, ora arriva la gara». La stella polare seguita fin dall’inizio della stagione — un passo alla volta, realismo e zero voli pindarici — non è certo abbandonat­a: i ferraristi ri-

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Abbraccio Seb Vettel e Maurizio Arrivabene (Getty Images)

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