Cgil in assemblea trucco anti-merito
«Come stanno quattro elefanti in una 500? Due sui sedili davanti e due dietro». Ispirati dalla nota barzelletta, i sindacalisti della Cgil-scuola hanno avuto una pensata.
Per intralciare la prossima settimana le odiate prove Invalsi hanno convocato in assemblea tutti i docenti di tutti gli istituti comprensivi della provincia di Roma, per un totale di 44.588 persone in un’aula di Trastevere con 150 sedie vicino. Già che c’erano («massì, abbondiamo!», direbbe Totò) hanno invitato anche 8.500 amministrativi e bidelli. Appuntamento: dalle 8 alle 11 del 5 maggio. In contemporanea (coincidenza!) col test di matematica fissato per le seconde e le quinte della scuola primaria italiana. Certo, nelle 17 righe del comunicato della Flc-Cgil la parola Invalsi non c’è. Chi deve intendere, però, intende. Al centro dello scontro c’è l’ostilità di tanti docenti alle prove uguali per tutti che, diventate finalmente obbligatorie un mese fa dopo anni di risse e boicottaggi, misurando la preparazione degli alunni finirà per consentire un monitoraggio anche sulla «qualità complessiva dell’offerta formativa». Il guaio è che l’obbligatorietà dei test diventerà tale un po’ alla volta. E la Cgil, scavalcata dagli «autonomi» pronti all’aperto ostruzionismo, voleva dare un segnale: ci siamo anche noi. Ma come faranno decine di migliaia di docenti a discuterne in una sala da ritrovo condominiale? Questo è il bello, spiega ironica la rivista Tuttoscuola: «Mica hanno bisogno di venirci gli insegnanti: devono solo domandare al preside di partecipare, perché non devono nemmeno portare la giustificazione per la partecipazione all’assemblea». Infatti, vi sembrerà impossibile, «molti anni fa chi partecipava alle assemblee fuori istituto aveva l’obbligo di documentare la partecipazione, oggi non più». E comunque «hanno diritto a tre ore filate retribuite di non servizio a scuola». Mica male, di venerdì, alla vigilia del weekend…