Corriere della Sera

«Al Sisi sfrutta Francesco per legittimar­si» Lo scrittore Ahmed Nagi: «In questi giorni il regime ha annientato il potere giudiziari­o»

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dei leader europei che appoggiano Al Sisi». Nel 2016, Nagi è stato il primo scrittore egiziano a finire in prigione per un libro, «Vita: istruzioni per l’uso» (Il Sirente), dichiarato immorale e osceno. La Corte di Cassazione lo ha scarcerato ma attende il verdetto finale, il 7 maggio.

Perché quella del Papa è vista come una visita politica?

«Il regime e i media la presentano come una vittoria contro il terrorismo, serve a ripulire l’Egitto dall’immagine dei continui attentati contro i cristiani. La sicurezza ha fallito nel proteggerl­i ma ora mostra che sa proteggere il Papa. In più il Pontefice è venuto in un momento in cui Al Sisi sta attaccando la magistratu­ra: ha appena cambiato la legge e ora ha l’autorità di scegliere i giudici. Così per esempio potrà evitare che Yahya Dakroury, il giudice che ha dichiarato che le isole di Tiran e Sanafir sono egiziane (Al Sisi voleva cederle ai sauditi, ndr) diventi il capo del Consiglio di Stato, uno dei tribunali cui i cittadini possono appellarsi contro il governo. Sarà Al Sisi a scegliere chi avrà quel posto».

Cosa pensa dell’incontro con l’Imam di Al Azhar?

«L’Imam Al Tayeb è in una situazione molto critica. Al Sisi vuole riformare Al Azhar e buttarlo fuori. La prossima settimana si discute una legge che dà al presidente e al parlamento il potere di nominare il Grande Imam. Nelle ultime due settimane, le tv di Stato invitavano Al Tayeb a dimettersi perché ha fallito nel combattere il terrorismo. Anziché criticare i fallimenti della sicurezza nel proteggere le chiese, il regime usa il terrorismo per attaccare i giudici e Al Azhar. Così Al Tayeb cerca appoggio all’estero: per questo ha invitato il Papa. Un paio d’anni fa volle la spaccatura con il Vaticano, ma ora che è criticato dal governo va in Europa, in Nigeria, in Asia per mostrare al regime di avere contatti importanti».

Come giudica la riforma in discussion­e per Al Azhar?

«È una lotta di potere. Quel Scrittore Ahmed Nagi, 32 anni, è finito in carcere per il libro «Vita: istruzioni per l’uso», edito in Italia da Il Sirente. L’accusa: oscenità che considero pericoloso è che l’università di Al Azhar, sin dai tempi di Nasser, non è più un luogo di confronto tra idee diverse ma un’autorità che decide cos’è il “vero Islam” e cosa non lo è. E con la riforma resterà tale. Nell’Islam che io conosco non esiste un papa, ogni musulmano è libero di leggere il Corano e gli hadith, ma Al Azhar per esempio ha proibito le pratiche sciite. I religiosi e Al Azhar sono più pericolosi dell’esercito: almeno quest’ultimo deve tener conto delle leggi, mentre se uno sheikh ignorante dice che hai scritto un libro blasfemo puoi finire accoltella­to come Naguib Mahfouz».

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