IL PATTO CON L’ISLAM CHE AIUTA L’UNITÀ TRA CRISTIANI
da mille anni, si formano i leader musulmani. Ha accolto il Papa (da lui invitato) con un parterre inusuale in una sede islamica: esponenti di varie religioni, tra cui il patriarca Bartolomeo e il rabbino Skorka, amico del pontefice. L’immagine manifesta la volontà di vivere insieme tra religioni.
Il Papa ha fatto un’operazione importante in sintonia con l’imam. Ha riconosciuto l’Egitto come laboratorio di convivenza e civiltà, mentre il radicalismo disprezza la storia preislamica e la civiltà musulmana. Francesco ha posto con chiarezza la questione centrale: «civiltà dell’incontro» o «inciviltà dello scontro»? I passi compiuti in Egitto possono essere «l’alba della civiltà «Allearsi per il bene comune», conservando le proprie identità: è il cuore dell’operazione compiuta dal Papa con l’imam Al Tayeb della pace e dell’incontro». Qui il cuore del patto proposto dal Papa: «allearsi per il bene comune», conservando le proprie identità. Non una Santa Alleanza delle religioni contro la modernità o l’estremismo religioso, ma qualcosa di più profondo: «Solo la pace è santa — ha detto Francesco — e nessuna violenza può essere perpetrata in nome di Dio». È un’espressione fiorita nel cammino dello spirito di Assisi, ripresa dal Papa a settembre scorso ad Assisi nel trentennale di questa storia. Il pontefice ha precisato: «La religione non è un problema ma è parte della soluzione». Una visione laica, anche se religiosamente ispirata: la violenza non nasce dalla religione, ma la soluzione dei problemi non è solo religiosa. Francesco infatti ha parlato della produzione delle armi e della povertà come propellenti della violenza, smarcandosi dalla visione ideologica che identifica le radici delle criticità nella dottrina religiosa. Alle religioni, però, In ascolto Un religioso musulmano alla messa — ha detto chiaramentetocca «smascherare la violenza che si traveste da presunta sacralità».
Durante la visita del Papa al Cairo, la Chiesa cattolica è apparsa identificata con la sorte dei cristiani d’Oriente. Il patriarca copto ha ricevuto il pontefice nella sua sede (lo aveva anche invitato in Egitto). Francesco ha reso omaggio ai caduti copti del terrorismo parlando di «ecumenismo dal sangue», che ha una ricaduta oggi in una «comunione già effettiva» tra Chiese separate. La dichiarazione firmata da Francesco e Tawadros libera da molte difficoltà, come il non riconoscimento del battesimo cattolico (praticato da varie autorità copte). Tawadros, da parte sua, ha compiuto passi in avanti malgrado, tra alcuni copti, ci siano riserve verso Roma. Nel clima drammatico dell’Oriente, le divisioni ereditate dal passato risultano ormai anacronistiche.
Per questo, la dichiarazione comune chiede un’azione concorde tra cattolici e ortodossi, ma soprattutto ripropone l’obbiettivo del «giorno benedetto»: la comune celebrazione dell’Eucarestia. Il rischioso viaggio di Francesco evidenzia un’unità acquisita tra mondi cristiani. Anzi, con le loro esperienze particolari nell’Oriente islamico, i copti sostengono il «patto egiziano», delineatosi in questi giorni.
L’alleanza