Il Montalbano cinese che svela (in tv) la lotta feroce ai funzionari corrotti
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
Per anni i telespettatori cinesi si sono dovuti sorbire polpettoni sulla guerra patriottica contro i giapponesi, in onda a tutte le ore con grande e poco realistico spargimento di sangue imperialista. Ma all’era di Xi Jinping un nuovo genere sta finalmente trionfando: il poliziesco incentrato sulla lotta alla corruzione. L’eroe del momento è l’investigatore Hou Liangping che con la moglie, una agente infiltrata nella rete di malaffare per smascherarla, dà la caccia a un altissimo dignitario comunista. Titolo della fiction in 55 puntate trasmessa dalla rete statale Cctv: «In nome del popolo». Successo enorme: gli episodi hanno raccolto la cifra record di 1,7 miliardi di visioni via Internet, oltre al pubblico televisivo.
Il lavoro è l’ultima idea della propaganda di Pechino. Lo sceneggiato è stato finanziato con circa 15 milioni di euro dalla Procura suprema del popolo cinese. E rappresenta anche un contrordine significativo: nel 2004 i telefilm sui compagni corrotti erano stati messi all’indice per evitare il rischio di proiettare alle masse «un’immagine fuorviante del Partito». Ma dal 2012 Xi Jinping si è impegnato in una battaglia spietata contro «tigri e mosche», funzionari che invece di servire il popolo si arricchiscono illecitamente. Secondo dati ufficiali questa campagna negli ultimi 4 anni ha portato alla punizione (dall’espulsione al carcere, alla condanna a morte) di un milione di funzionari pubblici in Cina. Sono finiti all’ergastolo tra gli altri l’ex capo dei servizi di sicurezza Zhou Yongkang e il ministro delle Ferrovie. Ed ecco «In nome del popolo», che presenta alti dignitari con le cantine piene di casoperativo se di banconote e lingotti d’oro, denuncia coperture politiche, attentati per intralciare le indagini, fughe all’estero con la valigia piena di dollari e renminbi, arresti spettacolari. Tutto molto realistico, se ne legge ogni giorno sui giornali cinesi.
L’investigatore televisivo Hou Liangping, Montalbano in salsa mandarina, è interpretato da un attore bello e famoso, Lu Yi. Una differenza psicologica di fondo c’è: il commissario di Camilleri ha una vita sentimentale complicata, una eterna fidanzata lontana e si fa aiutare in tutti i sensi dall’affascinante svedese Ingrid; il cinese Hou invece è innamoratissimo della moglie, poliziotta come lui. «In nome del popolo» ricorda anche «House of Cards». La serie americana con Kevin Spacey nel ruolo del cattivo presidente Underwood è popolarissima in Cina e tra i suoi fan più fedeli c’è Wang Qishan, il braccio Eroe Il commissario Hou Liangping, interpretato dall’attore Lu Yi, in una scena dello sceneggiato televisivo «In nome del popolo» gioventù. Quotidiano della La serie è stata finanziata con 15 milioni di euro dalla Procura suprema del popolo
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villa segreta del cattivo funzionario, scopre pile di banconote infilate anche nei frigoriferi e il colpevole striscia ai suoi piedi chiedendo pietà. La seconda serie di «In nome del popolo», se ci sarà, arriverà dopo il Congresso del partito di autunno, che dovrà celebrare la gloria di Xi Jinping presidente della guerra alla corruzione. Ma questa non è fiction.